Lo studio di Ipsos per Amref Italia in vista dell’Health Day di COP28
9 italiani su 10 ritengono che il cambiamento climatico rappresenti una minaccia per la salute globale, oltre che per il mondo intero. Lo rivela la una ricerca realizzata da Ipsos per Amref Italia con l’obiettivo di indagare la percezione dei cittadini rispetto al cambiamento climatico.
In vista del primo Health Day che si terrà nell’ambito della COP28 a Dubai domani domenica 3 dicembre, Amref – che sarà presente come portavoce delle istanze del Continente africano – ha reso pubblica la terza edizione dell’indagine Africa e salute: l’opinione degli italiani.
Secondo il 46% degli intervistati, le peggiori conseguenze del cambiamento climatico sono rappresentate dall’aumento delle ondate di calore e dall’innalzamento delle temperature. Tra le altre minacce nominate dai partecipanti alla ricerca ci sono l’aumento della siccità e la diminuzione della disponibilità di acqua (44%) e la diminuzione della disponibilità di cibo dovuta agli impatti sull’agricoltura (37%) e l’aumento delle alluvioni (33%). Per il 68% il cambiamento climatico mette a rischio la salute dei cittadini africani, percentuale che scende al 65% a livello di cittadini europei.
Cosa si può fare per invertire la rotta? Secondo 6 persone su 10 nulla, sarebbe troppo tardi per attuare misure risolutive. Per l’86% degli intervistati il cambiamento climatico è legato alla diretta attività umana e all’incapacità dei tempi recenti di mettere in atto soluzioni efficaci e tempestive. Al contrario, il 33% ritiene che ci sia un allarmismo esagerato.
Tornando al tema salute, per il 68% degli italiani i Paesi a medio e alto reddito dovrebbero contribuire maggiormente alla salute dei Paesi a basso reddito. Secondo l’84%, infatti, la propria salute è collegata alla salute dei cittadini del resto del mondo e per il 79% a quella dei cittadini africani. Quali sono le principali minacce per la salute dei cittadini europei e per quella dei cittadini africani? Nel primo caso malattie croniche (45%), crisi economica (33%) e solo il 26% da effetti del cambiamento climatico; nel secondo malattie infettive (56% di cui solo il 7% è rappresentato dalla pandemia Covid-19), dalle condizioni di vita (52%) e dalla scarsa disponibilità di strutture e operatori sanitari (41%).
Alla domanda risponde anche Guglielmo Micucci, direttore di Amref Italia: «è vero, la salute del pianeta è a rischio. A minacciarla il cambiamento climatico e l’insorgenza di nuove malattie infettive. Negli ultimi 10 anni secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è avuto un aumento del 63% delle malattie infettive trasmesse tra animali e uomini. In attesa di scoprire le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, questi dati ci indicano che dobbiamo fidarci della comunità scientifica, che ci dice che la salute dell’uomo non può più prescindere dalla salute dell’ambiente e degli animali. Vedi la malaria – trasmessa dalle zanzare – che, a causa del cambiamento climatico, potrebbe intensificarsi e riemergere in regioni dove era stata eliminata. Il 96% dei decessi per malaria nel 2021 si è avuto in Africa, l’80% di essi erano bambini. Di fronte a malattie attuali e alla minaccia di quelle future abbiamo il dovere di credere che non sia mai troppo tardi. Per questo l’operato di Amref sarà quello di portare a COP28 le istanze dell’Africa e, in Italia, ribadire che salute e ambiente non possono più viaggiare su percorsi separati. Ribadire che è falso e dannoso pensare che la salute dell’uomo venga prima di tutto e sopra a tutto. Che esiste una sola salute e che essa non guarda nemmeno ai confini».
di: Alessia MALCAUS
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