La startup che punta all’innovazione tecnologica ad impatto zero
Pronta a migliorare il mondo con vigile attenzione verso l’ambiente, il progetto di CAM nasce nel 2014 con lo studio sulla possibilità di riutilizzare tutto il materiale organico tra cui il cibo, la carta, il cartone, il legno ed i tessuti. Dal campo della ricerca arrivano al deposito della domanda di brevetto per l’impianto ideato e si costituiscono società alla fine del 2020. Nel 2021 arriva l’impianto mobile. Ce ne parla l’amministratore Marco Pisanello.
Come avete iniziato? Quali servizi offrite?
«La prima sperimentazione dell’impianto mobile inizia nel 2022, in un Comune costiero ligure ad alta incidenza turistica dove otteniamo riscontri molto positivi. Così veniamo contattati dal Salone nautico di Genova per esporre tra le start-up, dato che il trattamento dei rifiuti a bordo delle imbarcazioni è da sempre un grosso problema. Abbiamo ideato una linea per le imbarcazioni, le navi mercantili e da crociera per consentire loro di continuare a navigare senza dover trovare un porto d’approdo per lo scarico dei rifiuti, un’ottima soluzione per non avere problemi di contatto con un materiale degradato maleodorante e spesso pericoloso per la salute. Contiamo anche di ottenere la certificazione del prodotto come commestibile per i pesci, contribuendo al ripascimento della fauna ittica soprattutto dove si pratica pesca intensiva».
Al Salone Nautico la soluzione suscita subito l’interesse di aziende private e pubbliche, della cantieristica italiana e internazionale e degli armatori che assistono alle illustrazioni patrocinate dal Gruppo Ita. I fondatori capiscono subito di star percorrendo la strada giusta.
Quattro punti di forza principali…
«Mettiamo a disposizione di chi è del settore una soluzione tecnologica a “zero emissioni” non ancora sul mercato e che è possibile integrare anche in impianti già esistenti. La nostra produzione lavora secondo tre concetti più uno: non emette odori, fumi o inquinanti e ciò che esce ha un piacevole retroprofumo di liquirizia e di caffè. Poi l’elemento tempo: in circa 40 minuti otteniamo un prodotto che negli impianti odierni come i biodigestori richiederebbe 6 mesi. E l’impatto ambientale è davvero zero. Dal processo di lavorazione naturale otteniamo due prodotti: la frazione secca e la frazione acquea. La prima trova molteplici usi: il principale impiego è in coltivazioni e alberi da frutta come ammendante biologico dall’elevata attività batterica per fertilizzare la terra, ma funge anche da combustibile in pellet evitando l’abbattimento di alberi. Poi c’è l’acqua, un bene preziosissimo: perché disperderla e non riutilizzarla? Le analisi di laboratorio terzi confermano che la qualità è ottima. Così nasce il nostro terzo percorso, ovvero quello di usare quest’acqua già contenuta nei rifiuti per creare energia attraverso l’idrogeno così da rendere ogni impianto completamente autosufficiente. Se poi possiamo produrre energia in più, perché non usarla per la casa o le aziende? La nostra è una tecnologia d’impianto del tutto innovativa, certificata da un brevetto internazionale».
E i vostri progetti futuri?
«Lavoriamo alla progettazione di impianti industriali definitivi che possano servire diversi Comuni insieme, con consegna e formazione del personale. I nostri sono impianti “industria 4.0 o prossima 5.0”, e questa è la soluzione ideale anche per le discariche che, oltre a non dover più “sotterrare” materiale organico, possono generare utili rimettendo nel circuito il prodotto ottenuto. Termineremo anche la linea per i privati. Infine, con l’acqua ricavata raggiungeremo l’autosufficienza energetica».
CAM è volutamente un brand al 100% italiano e si rivolge a privati, aziende e pubbliche amministrazioni. L’unicità del suo lavoro non mette CAM in competizione con i player che offrono attività nello stesso ambito, ma la identifica come una soluzione a emissione zero capace di integrare la loro tecnologia all’interno impianti già esistenti o costruiti ex novo.