calenda della vedova

Della Vedova si difende: “piena trasparenza, pubblicheremo i contributi”

Scoppia il “caso Soros” fra i centristi italiani. Calenda ha infatti accusato gli esponenti di +Europa di essere rimasti con il Pd per aver ricevuto un maxi-finanziamento dal finanziere George Soros. Secondo il leader di Azione il miliardario avrebbe infatti fornito sostegno economico ad alcuni partiti per supportare la vittoria di un “listone antifascista” alle ultime elezioni italiane.

Il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova non ci sta e avverte Calenda: “al limite della querela“.

La vicenda scoppia fra le pagine dell’ultimo libro di Bruno Vespa (La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La Nazione di Giorgia Meloni), che contiene le accuse di Calenda dopo la scissione con gli ex alleati. Accuse dettagliate che il leader di Azione quantifica in “un milione e mezzo di euro” di sovvenzioni, “ponendo come condizione imprescindibile che si facesse un listone antifascista“.

«Me lo disse ripetutamente Della Vedova prima della rottura» spiega Calenda. È però lo stesso Della Vedova a correggere, sempre nel libro di Vespa, le affermazioni dell’ex alleato. Il segretario ammette infatti che “alcuni candidati di +Europa hanno ricevuto un contributo diretto da parte di Soros per le spese della campagna elettorale“.

Si tratterebbe dunque di una procedura del tutto regolare secondo Della Vedova, che parla di “contributi diretti pubblici, che saranno pubblicati secondo la legge e che rivendichiamo politicamente“.

«Il filantropo di origini ungherese da tempo condivide e sostiene i nostri valori europeisti e le nostre battaglie per i diritti umani e lo stato di diritto. Siamo orgogliosi che alcuni nostri candidati abbiano chiesto e ricevuto il suo sostegno, certamente disinteressato» prosegue il deputato.

Le anticipazioni del libro al riguardo sono state pubblicate da Libero e dalla Verità.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/CLAUDIO PERI