La città martire dell’Ucraina Bakhmut è caduta in mano ai filorussi, mentre Kiev nega i numeri russi dell’attacco a Krematorsk
«L’Ucraina è grata ai partner per il loro aiuto militare, ma dovremmo rimanere onesti l’uno con l’altro: nessuno avrà fatto abbastanza finché gli stivali russi rimarranno sul suolo ucraino» lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba invocando nuovi e maggiori aiuti nella guerra contro la Russia. “Armare il nostro paese – scrive inoltre su Twitter – per la vittoria è la via più breve per ripristinare la pace e la sicurezza in Europa e altrove”.
La città martire Bakhmut in mano ai russi
Bakhmut è in mano ai filorussi. Il quartier generale della difesa dell’autoproclamata repubblica di Donetsk ha annunciato sul suo canale Telegram che il villaggio di Bakhmut “è stato liberato”. Il piccolo centro abitato è un luogo cruciale per le strategie belliche tanto di Ucraina quanto della Russia, dal momento che è il cuore pulsante di una rete di strade e ferrovie, attraverso la quale vengono rifornite le truppe ucraine nel Donbass. Intorno a Bakhmut sono almeno cinque mesi che infuriano feroci combattimenti, con i mercenari del gruppo Wagner, fondato dall’alleato del presidente russo Vladimir Putin, Evgeny Prigozhin, che attaccano le difese ucraine per aprire una breccia nelle difese a scudo del sobborgo di Soledar, epicentro della battaglia. Secondo lo stato maggiore ucraino invece sarebbero 590 uomini gli uomini persi dalla Russia nelle ultime 24 ore, facendo salire a 111.760 le perdite di Mosca dallo scorso 24 febbraio 2022.
Un colpo duro che spiega anche perché su un altro tema, quello dei presunti caduti ucraini di Krematorsk, Kiev neghi con forza il largo numero di soldati morti sostenuto dalla Russia. «Parole che non hanno semplicemente senso» le bolla in un’intervista alla Cnn il portavoce delle forze armate ucraine, distaccamento orientale, Serhii Cherevatyi. Anche la stessa Cnn, sul posto, conferma che non ci sia nessuna attività straordinaria né perdite rilevanti sul terrreno della città. Non solo: l’agenzia Reuters grazie al suo corrispondente ha confermato che non ci sono segni di un attacco russo di grande portata ai due dormitori della scuola superiore, dove secondo il Cremlino erano ospitati i soldati ucraini.
Trovate mine italiane in Ucraina
In Ucraina sono state disinnescate mine di fabbricazione italiana secondo l’ambasciata russa in Italia che ne ha pubblicato le foto sul profilo Facebook. “Queste mine di fabbricazione italiana TS/6.1, TS50 e TS/2,4 (MATS/2) sono state disinnescate da genieri russi sul territorio ucraino ed esposte nell’estate del 2022 in una mostra di armi catturate nel parco ‘Patriot’ di Mosca – si legge in un post -. E quanti di questi ‘souvenirs d’Italie’ rimangono ancora in terra ucraina? Le persone ne soffriranno per molto tempo a venire”, hanno scritto su Facebook.
Zelensky: “il Cremlino ha mentito ancora”
«Il mondo ha visto di nuovo che la Russia mente: i bombardamenti russi di Kherson con munizioni incendiarie subito dopo Natale. Gli attacchi a Kramatorsk e in altre città del Donbass su bersagli civili e proprio quando Mosca riferiva del presunto cessate il fuoco da parte del suo esercito. Tutto questo quando a Mosca si parlava di ‘”tregua”». Così Volodymyr Zelensky presidente dell’Ucraina in un videomessaggio condanna gli attacchi russi nelle zone occupate dell’oriente ucraino.
Ancora sangue in Ucraina
Non si ferma nemmeno il bilancio delle vittime civili della guerra. Una donna di 60 anni è rimasta uccisa e almeno altri 7 civili sono stati feriti oggi nell’attacco missilistico russo su un mercato nel villaggio di Shevchenkove, nell’Ucraina orientale: ha reso noto il governatore regionale Oleh Synehubov su Telegram citato da Unian.
L’appello del Papa: “fermate il conflitto insensato”
«Ancora oggi – ha tuonato Papa Francesco I in un’udienza al corpo diplomatico della Santa Sede –la minaccia nucleare viene evocata, gettando il mondo nella paura e nell’angoscia. Non posso che ribadire in questa sede che il possesso di armi atomiche è immorale poiché come osservavava Giovanni XXIII “se è difficile persuadersi che vi siano persone capaci di assumersi la responsabilità delle distruzioni e dei dolori che una guerra causerebbe, non è escluso che un fatto imprevedibile ed incontrollabile possa far scoccare la scintilla che metta in moto l’apparato bellico“».
di: Caterina MAGGI
FOTO: EPA/KITH SEREY