Nell’Oceano le acque di raffreddamento dell’impianto distrutto nel 2011. 10 arresti a Seul connessi alle proteste

1,3 milioni di tonnellate di acqua di raffreddamento dell’impianto di Fukushima Daiichi stanno per essere riversate nell’Oceano Pacifico dal Giappone.

Oggi, 24 agosto, è il D-Day fissato per iniziare le operazioni. Le proteste accese dei Paesi che affacciano sullo stesso specchio d’acqua, oltre che di pescatori, non hanno fermato la Tokyo Electric Power, gestore dell’impianto distrutto dal terremoto del 2011. A Seul una decina di persone sono state arrestate mentre cercavano di fare irruzione nell’ambasciata giapponese per protestare contro la decisione di Tokyo.

Lo sversamento dovrebbe durare dai 30 ai 40 anni nei progetti: si tratta di oltre mille serbatoi che contengono 1,34 milioni di tonnellate di acqua trattata.

Per attuare questo piano, il gestore diluirà queste acque con quella marina in modo da raggiungere i limiti consentiti dalle norme. A quel punto l’acqua “diluita” sarà riversata tramite un tunnel sottomarino a un chilometro dal sito.

A confermare la bontà del piano, il mese scorso, era stata anche l’Agenzia Internazionale per l’energia atomica secondo cui lo scarico rispetterebbe gli standard globali di sicurezza. Ancora oggi, l’Aiea conferma che la concentrazione del trizio nell’acqua radioattiva di Fukushima è “ben al di sotto” dei limiti di pericolosità.

Intanto sono attesi la prossima settimana i risultati dei primissimi test effettuati dall’Agenzia per la pesca giapponese sui livelli di concentrazione di sostanze radioattive nei pesci catturati entro un raggio di 10 chilometri. Al momento i test “rapidi” tranquillizzano, sostenendo “che il valore analizzato è inferiore a 1.500 bequerel per litro“, secondo quanto dichiarato dal portavoce della TEPCO Keisuke Matsuo.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/FRANCK ROBICHON