Un’ondata di proteste si è levata nel Paese dopo la morte di Leidy Bacallao: pesano l’inefficienza della polizia e la mancanza di una legge e di protocolli specifici
La violenza sulle donne è una piaga viva a Cuba e la morte di una 17enne scuote il Paese.
Stando a quanto riportato da Diario de Cuba e Bbc Mundo, la giovane, Leidy Bacallao, sarebbe morta lo scorso 4 febbraio per mano dell’ex compagno 50enne. L’omicidio sarebbe avvenuto all’interno di un commissariato nella località di Camalote, nel centro dell’isola, a circa 500 chilometri a Est dell’Avana.
Era stata la stessa donna a recarsi in commissariato quella sera dopo aver incontrato l’ex a una festa. Lui, Elesvan Hidalgo, l’avrebbe molestata e così lei aveva deciso di rivolgersi alle autorità. L’uomo tuttavia avrebbe fatto irruzione nella stazione di polizia, uccidendo la ragazza prima che gli agenti potessero intervenire per fermarlo. Così riportano le testimonianze e il rapporto della Polizia nazionale rivoluzionaria.
L’episodio, gravissimo, ha suscitato un’ondata di proteste soprattutto a causa della denunciata inefficienza della polizia e della totale assenza di protocolli di emergenza che aiutino a gestire situazioni di questo tipo.
Nel 2022, secondo statistiche non ufficiale, 36 donne sarebbero state uccise in episodi attribuibili alla violenza di genere, e altre 6 dall’inizio di quest’anno. Numeri che vengono sottolineati dalla piattaforma femminista cubana Yo si te creo e dall’osservatorio sulle questioni di genere a Cuba Alas Tensas per mettere fine a questa piaga sociale.
di: Alessia MALCAUS