Il dato è aumentato del 53% rispetto all’anno precedente, il 90% delle esecuzioni ha avuto luogo in Iran, Arabia Saudita ed Egitto
883 esecuzioni in 20 Stati: è questo il dato allarmante trasmesso da Amnesty International nel suo rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo. Nel 2022 si è registrato il numero più alto di esecuzioni dal 2017, in aumento del 53% rispetto al 2021.
L’aumento ha riguardato in particolar modo gli Stati del Middle East e del Nord Africa, passati da 520 esecuzioni a 825. Il 90% dei casi è avvenuto in tre Paesi: Iran (576 esecuzioni nel 2022 rispetto alle 314 del 2021), Arabia Saudita (da 65 a 196) e Egitto (24 condannati a morte).
«Aumentando il numero delle esecuzioni, gli Stati dell’area Medio Oriente – Africa del Nord hanno violato il diritto internazionale e mostrato un profondo disprezzo per la vita umana. Il numero delle persone private della loro vita è enormemente cresciuto: l’Arabia Saudita ha incredibilmente messo a morte 81 prigionieri in un solo giorno. Nella seconda parte dell’anno, nel disperato tentativo di stroncare le proteste popolari, l’Iran ha messo a morte persone che avevano solo esercitato il loro diritto di protesta», ha commentato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
Il dato, tuttavia, non è davvero completo: mancano all’appello quelle che si presumono essere migliaia di condanne a morte eseguite in Cina.
di: Alessia MALCAUS
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