Da lunedì 4 settembre è scattato il divieto di indossare l’abito negli edifici scolastici

Lunedì 4 settembre nelle scuole francesi è entrato il vigore il divieto di indossare l’abaya, un abito lungo non religioso ma “raccomandato” dai fondamentalisti islamici che copre tutto il corpo.

Il consiglio di Stato francese ha confermato il divieto, respingendo il ricorso presentato nei giorni scorsi dell’associazione Action droits des musulmans (Adm). L’uso dell’abaya, affermano i giudici del più alto organo della giustizia amministrativa francese, “si iscrive in un logica di affermazione religiosa“. Per lo stesso motivo, il suo divieto “non rappresenta un oltraggio grave e chiaramente illegale al diritto e al rispetto della vita privata, alla libertà di culto, al diritto all’istruzione e al rispetto dell’interesse superiore dei minori o al principio di non discriminazione”.

Secondo il Consiglio francese della fede musulmana l’abaya non è un simbolo religioso, ma per il Ministero dell’educazione francese la tunica renderebbe identificabile la religione delle studentesse. Il dibattito continua a infiammare l’opinione pubblica.

La situazione nelle scuole

Sono state circa 300 le studentesse che si sono presentate con questa veste indosso e 67 quelle che hanno rifiutato di toglierlo. «Una grandissima maggioranza si è conformata al divieto, le altre sono tornate a casa» ha detto il ministro dell’Educazione nazionale francese Gabriel Attal.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha difeso il divieto. «Dalla materna fino alla maturità – ha dichiarato il capo dell’Eliseo- la scuola è laica e non c’è posto per i segni religiosi».

di: Francesca LASI

FOTO: ANSA/EPA/JULIEN DE ROSA/POOL MAXPPP OUT