Muovono i mercati. Non solo abbigliamento e cosmetica. Negli ultimi mesi si è assistito a un nuovo fenomeno, quello degli influencer del trading

«È lo storytelling a fare la differenza, il modo di comunicare sé stessi e il prodotto. Instagram lavora per immagine, Facebook per community, Twitter su notizie, TikTok è un canale commerciale per i giovanissimi. Le persone ti scelgono in base a ciò che sei in grado di comunicare». Le parole sono di Paolo Stella, fondatore di Asap.studio, scrittore e regista. Non c’è citazione più giusta per definire l’era digital che stiamo vivendo che, proprio grazie all’aumento dell’importanza delle piattaforme social nella vita di ognuno di noi, ha fatto emergere una nuova figura professionale, quella degli influencer, capaci di direzionare consensi, e persino i consumi, pubblicando un semplice post. Dietro una foto ben fatta o un testo creato ad hoc spesso la volontà è quella di indurre gli altri a seguire il proprio esempio. Per questo si chiamano influencer, perché hanno il potere di influenzare le opinioni o le decisioni di acquisto dei propri followers, come si dice nel gergo, o meglio seguaci, sfruttando la propria notorietà. È importante sottolineare che questi individui non possono essere semplicemente considerati dei canali di comunicazionema, piuttosto, dei creatoridi relazioni sociali che le aziende con cui collaborano tendono a sfruttare, dietro compenso, per raggiungere i propri obiettivi di marketing e, quindi, di vendita. Potremmo definirli la versione 2.0 del tradizionale testimonial pubblicitario.

Negli ultimi anni il fenomeno era già in crescita esponenziale grazie alle continue evoluzioni delle piattaforme per agevolare la trasmissione di contenuti commerciali, come il passaggio, rivoluzionario per il mercato, dai post brevi alle Stories su Instagram che consentono di realizzare veri e propri spot pubblicitari. Ora il Covid ha accelerato ulteriormente il processo: ha digitalizzato tante azioni quotidiane e ha aumentato il numero di ore trascorse sui social, unico palliativo alla riduzione dei contatti reali, tutto a beneficio degli influencer.

Ed il marketing influencer sarà sempre di più uno dei traini principali del business digitale. Basti pensare che uno studio condotto dalla società eMarketer dimostra che l’influencer genera un coinvolgimento emotivo del 277% superiore rispetto alla pubblicità televisiva. Non solo: la probabilità che un prodotto citato da un influencer sia ricordato è dell’87% maggiore rispetto al medesimo prodotto oggetto di uno spot tv.

Secondo le stime di Business Insider Intelligence il mercato degli influencer vale attualmente 8 miliardi di dollari (circa 7 miliardi di euro) e nel corso dei prossimi due anni dovrebbe ancora crescere arrivando a toccare, entro il 2022, la soglia di $15 miliardi (circa 13,4 miliardi di euro). Instagram, il cui market share vale il 43% del totale, si posiziona tra i principali canali social e le previsioni dicono che alla fine di quest’anno il turnover generato dal suo marketing legato agli influencer sarà di 2,3 miliardi di dollari (circa due miliardi di euro), una cifra notevole rispetto agli 800 milioni generati nel 2017 (circa 718,6 milioni di euro).

Molti influencer sono personaggi pubblici che con un semplice post possono riuscire a guadagnare fino ad un milione di euro. Ma esistono anche persone comuni che creano contenuti di qualità e che le varie aziende riescono a scovare tramite piattaforme specifiche che creano la connessione content creator – brand. La più nota è Tribe ancora non presente in Italia.

E quali sono in settori in cui operano gli influncer? I più comuni, li conosciamo tutti, sono la moda, il beauty ed il food. Ma, udite, udite, anche per investire nella finanza ci si può ispirare a star dei social esperte del settore. Ogni piattaforma ne ha diverse. Con 122.000 iscritti e quasi 8 milioni di visualizzazioni Io Investo è il canale Youtube più grande in Italia che ha lo scopo di portare la finanza nelle case di tutti grazie a un team di esperti consulenti, analisti tecnici e trader professionisti. Su Instagram il punto di riferimento dei millennials è Starting Finance con quasi 200 mila followers e una media di 6500 like per post, mentre su Facebook va per la maggiore Traderpedia, un gruppo con oltre 10 mila iscritti incentrato maggiormente sulle discussioni di trading.

Ma per influenzare il mercato, qualunque esso sia, bisogna essere per forza dei “professionisti del settore”? Certamente no. Lo abbiamo già detto, basta essere personaggi pubblici ed avere un po’ di popolarità. Ma quando parlo di personaggio pubblico non mi riferisco solo alla tv, al cinema. Intendo anche la politica, per esempio. Se pensiamo a Twitter non possiamo non parlare dell’ex inquilino della Casa Bianca, totalmente dipendente da questo social. La presenza costante e poco istituzionale di @realDonaldTrump ha creato non poche ripercussioni sui mercati finanziari. Tanto che un colosso come JP Morgan ha deciso di mettere al lavoro i suoi analisti per creare un indice in grado di tracciare l’impatto dei tweet di Trump sui rendimenti dei titoli di Stato americani. Il risultato si chiama Volfefe Index, ispirato al sibillino covfefe contenuto in un tweet del miliardario, ma modificato in nome della “volatilità” che Trump è in grado di creare, soprattutto usando parole come “Cina”, “lavoro”, “democratici” o “milioni”. E parlando di casa nostra è impossibile non citare il famoso effetto Draghi sulle piazze finanziarie: ebbene, l’incarico a Palazzo Chigi dell’ex presidente della Bce ha regalato 25 miliardi di guadagni in conto capitale agli investitori, cifra destinata a salire man mano che prenderà corpo la sua agenda.

Ma non solo politica. Parliamo di auto. Eh sì, perché l’attuale influnecer dei mercati per eccellenza è Elon Musk, fondatore di Tesla e SpaceX. Tutto è iniziato quando il co-fondatore di WhatsApp, Brian Acton, ha incitato a vietare Facebook in seguito allo scandalo della Cambridge Analytica che aveva raccolto i dati personali di 87 milioni di utenti senza il loro consenso. Elon Musk decide di agire, cancellando gli account Facebook delle sue società e l’hashtag #deletefacebook ha contribuito a far crollare il titolo in Borsa.

Musk sa bene di trasformare in oro tutto ciò che sfiora. Anche solo per errore. Effetti collaterali da pifferaio di Hamelin: quando ha consigliato di passare da Whatsapp a Signal, le azioni di Signal Advice, società di tecnologia che nulla ha a che vedere con l’omonima chat, ha fatto più 5.000% in una manciata di giorni. Ed il suo gioco di parole “Gamestonk”, come dire colpiamola con una raffica di colpi, ha dato benzina alla folle corsa di Gamestop, già lanciata dall’app Reddit. Per non parlare della sterzata sulle criptovalute, che non hanno regolamentazione, né un’autorità preposta al controllo. Bitcoin ha macinato record su record da quando è diventato l’hashtag della sua biografica, accompagnata dal tweet “è la moneta del futuro”. 

Il potere dei social e la persuasione sui followers si mescolano così in un cocktail inebriante per Elon Musk ma potenzialmente indigesto per la SEC (l’autorità di controllo della borsa americana) che, spiazzata dall’effetto influencer sui mercati, assiste per ora basita a questi terremoti finanziari.