Abbiamo intervistato l’imprenditore che, prima dei 30 anni, ha tagliato molti traguardi, facendo parlare di sé tutta la categoria
Il turismo è uno dei settori economici principali in Italia. Nel 2019 il Paese è stato il quarto più visitato al mondo con 94 milioni di visitatori secondo l’ENIT, Agenzia Nazionale del Turismo, con 432,6 milioni di presenze totali di cui 217,7 milioni straniere. I numeri del 2020 sono naturalmente molto diversi ma, al di là della parentesi della pandemia, l’importanza del turismo per l’economia italiana è enorme: contribuisce alla crescita economica, crea posti di lavoro, aumenta la produttività e il reddito.
La città di Milano da sola, nel 2019 ha avuto quasi 11 milioni di turisti. E secondo ENIT, persino nel 2020 nonostante lo stop causato dai vari lockdown, i trend in atto prima della pandemia non si sono fermati: turismo slow, attivo e sportivo, viaggio multigenerazionale, viaggi esclusivi, e, naturalmente, il business travel.
Tuttavia fare impresa oggi, anche nel turismo, è veramente un’impresa. Una sfida che parte da lontano, passa attraverso una generale sfiducia per i giovani, un mercato del lavoro con poche opportunità, una burocrazia intricata quando si tratta di ricevere prestiti e investimenti.
Eppure ogni sfida rappresenta anche un’opportunità, e ne è un esempio Gabriele Fina, classe 1989, che a soli 30 anni è diventato proprietario di un albergo di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, l’hotel Nuovo Rondò. E poco dopo anche dell’hotel XXII Marzo nel centro della città.
– Come ha deciso di diventare albergatore?
«È una storia che inizia dall’infanzia. A 7 anni ero già molto affascinato dall’attività dei miei parenti, che erano albergatori. Ma i miei genitori mi hanno sempre spinto a cercare la mia strada perciò non ho mai lavorato con la famiglia, mi sono fatto la mia gavetta lontano da casa. Ho svolto diversi lavori: ho fatto il giardiniere, il barista, il cameriere. A 18 anni sono diventato agente immobiliare e per diverso tempo mi sono occupato di marketing per pmi e multinazionali, collaborando con i principali mass media italiani e con diversi editori. Ma sempre con una costante: volevo avere un mio albergo entro i 30 anni».
– Un sogno che si è realizzato?
«Sì, nel settembre 2019. Un po’ grazie all’istinto e un po’ all’esperienza, ho trovato un ottimo affare e ho concluso la trattativa per l’albergo Nuovo Rondò di Sesto San Giovanni insieme a mia moglie Mihaela».
– Un momento storico un po’ particolare. Come ha influito l’arrivo del 2020?
«Avevamo aperto da 6 mesi quando è iniziato il lockdown. Ovviamente sono state settimane difficili ma abbiamo stretto i denti. Ho imparato da piccolo che ogni crisi rappresenta anche una possibilità: infatti nel settembre del 2020 ho colto al volo l’occasione e ho acquistato l’hotel XXII marzo a un chilometro e mezzo dal duomo, nel cuore di Milano».
L’hotel Nuovo Rondò è un albergo a tre stelle accogliente, disposto su due piano e composto da camere singole, doppie, triple, quadruple e matrimoniali. L’albergo offre ulteriori comfort: riscaldamento, aria condiziata, WiFi, ricezione satellitare, il digitale e il telefono diretto con servizio sveglia. A favore degli ospiti inoltre sono previste le opzioni della colazione in camera su richiesta e ristorante e parcheggio auto convenzionati. L’hotel offre anche la prenotazione per l’accesso ad eventi come concerti, locali notturni e teatri.
L’hotel XXII Marzo si trova in una zona centralissima di Milano, come già citato nei pressi del Duomo. È un confortevole due stelle, dispone di aria condizionata e WiFi gratuito e grazie alla posizione favorevole offre la possibilità di raggiungere in pochi minuti l’università Statale, il tribunale, la zona fiera e il famoso rock club Rolling Stone. Nella hall dell’albergo vengono periodicamente allestite mostre fotografiche e pittoriche di artisti contemporanei. Inoltre, l’hotel dispone di un angolo bar e di una sala colazione che ospita una ricca colazione a buffet. Le camere sono divise tra singole, doppie, triple e quadruple e due di esse sono attrezzate per gli ospiti disabili.
– Una scelta molto coraggiosa. Ha avuto modo di pentirsene?
«No, ho raggiunto i miei sogni. Certo, ora le condizioni sono cambiate ma non mi sono mai arreso: per me ci sono stati anche dei risvolti positivi dalla pandemia, se non fosse scoppiata non avrei mai preso l’albergo a Milano e sarei ancora concentrato sull’espansione e il miglioramento dell’attività. Spero che in futuro sarà tutto un po’ più facile».
– Quali sono i suoi progetti per il futuro e cosa direbbe a un giovane che vuole diventare imprenditore?
«Ci stiamo muovendo verso un mondo sempre più virtuale. Perciò nei miei progetti per il futuro c’è lo sviluppo in senso digitale dell’attività. Per il resto, serve impegno e determinazione. Bisogna avere il coraggio di sognare in grande ma rimanendo con i piedi per terra. Occorre serietà».
– Qual è il suo modello di riferimento a livello imprenditoriale? C’è una figura a cui si ispira?
«Rimanendo fuori dal discorso politico e parlando solo di successi imprenditoriali, sicuramente Silvio Berlusconi è un grande modello».
La sfida per il settore alberghiero e per il turismo in generale passerà probabilmente proprio per il digitale, come dichiarato da Fina. Il web potrebbe essere lo strumento per aiutare il mondo alberghiero a intercettare la futura domanda di viaggi e vacanze, tanto che Google ha allestito, insieme all’Organizzazione mondiale del turismo che fa capo alle Nazioni Unite, un’iniziativa di ampio respiro di cui l’Italia sarà aprifila. Tramite questa piattaforma saranno consultabili le ricerche effettuate online dai potenziali turisti per capire da quali Paesi arrivano e come cambiano le scelte nel tempo, in modo da aiutare gli operatori alberghieri a sviluppare una maggior dimestichezza con gli asset digitali e contribuire alla ripartenza del settore.
Per i nativi digitali sarà più facile adattarsi: la coesistenza di digitale e fisico sarà fondamentale per le strutture ricettive in vista della nuova stagione turistica. Ma c’è un’altra tendenza a cui bisognerà prestare attenzione, e cioè quella del cambiamento del turismo di massa: le persone, secondo un’indagine di Deloitte, ricercheranno sempre di più servizi personalizzati, e ci sarà una sempre maggiore attenzione per la mobilità sostenibile.