Da oltre 40 anni, l’azienda fondata dal padre esegue con perizia delicati interventi nelle profondità marine e lacustri

Drafinsub ha un “motore”: è la famiglia Passeri. A partire dal fondatore, Adriano, fino ad arrivare alla seconda generazione formata dai suoi tre figli, ha fatto della passione per il mare e della specializzazione tecnologica i propri punti di forza sul mercato. Oggi, Drafinsub si occupa di progettazione di impianti di saturazione per immersioni in alto fondale, costruzione e posa tubi, NDT (Non Destructive Testing), ispezioni con ROV (Remotely Operated vehicle), bonifica da ordigni bellici, ed è in grado di intraprendere qualsiasi progetto con aria in basso fondale o in saturazione in alto fondale, come ci ha raccontato l’attuale ceo dell’azienda, Gianluca Passeri.

– Quando nasce Drafinsub e di cosa si occupa?

«Mio padre Adriano Passeri ha fondato l’azienda nel 1976 con lo scopo di fare assistenza armatoriale, assistenza a scafo galleggiante alle navi che arrivavano in porto. Si occupava di pulizia di eliche, carene, dello smontaggio e rimontaggio di timoni. Quando siamo subentrati io e i miei fratelli abbiamo dato uno sviluppo più tecnologico».

– Oggi, Drafinsub si occupa di condotte a diverse centinaia di metri di profondità: come è avvenuto il salto?

«Sono cambiate le tecnologie e anche le richieste: le navi hanno iniziato a fare i lavori da un bacino all’altro, in secca, non c’era più bisogno di intervenire in acqua. Abbiamo cominciato a progettare e costruire condotte sottomarine, cavi, ci occupiamo di manutenzione a piattaforme e pontili. Abbiamo cambiato mission pur rimanendo nel mare».

– Su quali mercati lavorate?

«Sia su quello nazionale sia all’estero: abbiamo lavorato su condotte in Egitto e in Iraq , in particolare sul lago di Mosul. Era un periodo particolarmente delicato, il personale alla sera si ricoverava nel campo militare, abbiamo lavorato praticamente sotto scorta per circa 8 mesi».

Oggi, Drafinsub è impegnata sul Lago di Garda dove porrà in essere un intervento da cinque settimane a 186 metri di profondità: si tratta del punto più profondo mai toccato con la tecnica della saturazione in una zona lacustre, che presenta caratteristiche e difficoltà molto diverse da quelle del mare. 

– Cosa vi distingue dai competitor? 

«In questo campo la concorrenza non è nella quantità, battagliamo sulla qualità. Ci sono un paio di altre società grandi, e poi una serie di imprese più piccole, meno strutturate. Il nostro grande vantaggio è la passione e l’amore per il mare. Abbiamo imparato a temerlo e rispettarlo e abbiamo investito moltissimo su sicurezza e professionalità. Infatti siamo certificati ISO 9001 dal 2002».

La storia di Drafinsub attraversa due generazioni e copre un arco temporale che diventa notevole se si analizzano le rivoluzioni tecnologiche che sono avvenute negli ultimi 50 anni. Oggi l’azienda ha un organico di circa 55 persone, e vanta diversi importanti clienti internazionali. Le doti che hanno reso grande Drafinsub sono racchiuse nel logo scelto, quello del delfino: adattamento, velocità ed intelligenza. Perché per lavorare con il mare occorre essere flessibili e scrupolosi, non lesinare sull’accortezza e cercare sempre l’eccellenza, in modo da poter offrire al cliente un know-how senza eguali.