L’ex opponente della neosegretaria rimette nei ranghi i suoi: “il Pd è la nostra casa”
A poche ore dalla sua nomina a presidente del Partito Democratico, su proposta della neosegretaria Elly Schlein, Stefano Bonaccini che cerca anche di tenere in riga i suoi dopo alcuni mal di pancia dei giorni scorsi e delle ultime ore; alcune correnti infatti lo avrebbero voluto vice segretario: «Questo è il tempo di unire, non ci possono essere altre magliette che indossiamo che non siano quelle del Pd. Mandare a casa questa destra inadeguata, le cui misure le stanno pagando i più deboli – ha dichiarato -. È una destra che mette la flat tax piuttosto che tagliare il costo del lavoro. La luna di miele del governo con gli italiani si concluderà prima del previsto. Non si vede ancora nei sondaggi, ma mai come in questi giorni i nostri avversari appaiono senza bussola e in balia degli eventi. Il nostro compito è non fare sconti e incalzarli ma fare proposte».
E aggiunge : «diamo tutti e tutte una mano al grande lavoro che ci aspetta, anche le vittorie arrivano se tanti lavorano per uno stesso obiettivo. Ho accettato il ruolo di presidente con questo spirito, non mi sento minoranza né opposizione, il Pd è casa mia. Il successo di questo partito ci riguarda tutti, possiamo avere opinioni diverse e alcune le abbiamo, ma le faremo vivere nel confronto leale. Da oggi ci mettiamo a disposizione per dare una mano, per unire con un confronto franco, leale e costruttivo».
La convention
È iniziata stamattina la giornata di lavori all’Assemblea del Pd dopo l’elezione a segretaria di Elly Schlein, dal titolo La forza della comunità, per le persone, per il pianeta. Applausi al momento della proclamazione della nuova segretaria. Schlein ha accolto il precedente segretario Enrico Letta e proposto l’ex sfidante Stefano Bonaccini quale presidente del Partito Democratico. La proposta è stata accolta e approvata dalla base.
Il primo intervento è stato della presidente della commissione Congresso Silvia Roggiani, per fare il punto sulle primarie e sul tesseramento. Nella riunione verranno eletti i vicepresidenti, la segreteria, il tesoriere e la direzione. E poi, nei giorni prossimi, si deciderà chi sarà chiamato nei ruoli di capogruppo alla Camera e al Senato.
Ad aprire la giornata, un minuto di silenzio per il senatore Bruno Astorre, scomparso nei giorni scorsi, e poi i videomessaggi di saluto di esponenti dei partiti del socialismo europeo: il presidente del Pse Stefan Löfven, la presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo Iratxe Garcia-Perez, il presidente della Spd Lars Klingbeil e il leader del partito socialista belga Paul Magnette.
«Il cambiamento è già partito. Il Pd è il partito della giustizia per le persone e per il pianeta – ha dichiarato Nicola Zingaretti arrivando all’assemblea nazionale -. La destra che governa sta dimostrando che non è adeguata. Io rispetto e combatto le loro idee, queste settimane dimostrano che non sono adeguati. Spesso vincono perché sono bravi a cavalcare le paure, ma poi non hanno risposte di governo. Fino a oggi mancava un’alternativa. Con l’elezione di Elly Schlein comincia un nuovo cammino. Non c’è essere umano che può capire questo tema più di me, ma è cambiato il processo. Il Pd è e rimarrà non il partito del leader ma di un leader, con al centro un’idea di Italia. Sono tornato perché la mia denuncia ha portato alla risposta più bella: un partito che si rimette al servizio del Paese» ha aggiunto.
«In politica i tempi sono molto lunghi, parte un nuovo corso, la sinistra deve vivere di speranze e Schlein ha riaperto tante speranze. Alleanze? Come ha detto anche Prodi, bisogna ricostruire una identità nostra e poi andare a parlare con altri» dichiara invece Mattia Santori, cofondatore del movimento delle Sardine.
Il discorso di Elly Schlein
«Care tutte e cari tutti, grazie. Il primo ringraziamento va a chi si è impegnato per farci solere questo straordinario esercizio di democrazia, che unico partito in Italia svolgiamo, il congresso, le primarie» ha esordito la neosegretaria del Pd, Elly Schlein, nel discorso all’assemblea del Pd.
«Un ringraziamento a tutti coloro che sono andati a votare, più di un milione. Ce l’abbiamo fatta – ha proseguito – il primo ringraziamento speciale va a Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, perché questa cosa l’abbiamo fatta insieme. Voglio ringraziare in modo sentito e caloroso Enrico Letta, grazie a cui il Pd ha avviato un percorso di apertura che rilanceremo. E prima di lui Nicola Zingaretti».
Una standing ovation per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stata dedicata dalla platea, dopo che la segretaria Elly Schlein lo ha citato ringraziandolo per essere andato a Cutro nei giorni immediatamente successivi al naufragio. «Al governo – ha aggiunto la segretaria – chiediamo di chiarire e fare luce sulla dinamica di quei fatti».
«Dobbiamo vestire – prosegue – questo nuovo Pd di slancio e curiosità. Il primo incontro l’ho fatto con i segretari regionali e dei territori, perché c’era il segnale che ci fossero persone che si volevano iscrivere. Abbiamo riaperto le iscrizioni, sono più di 10 mila in una settimana, è un segnale di vitalità importate, continuiamo così. Stiamo risvegliando una speranza, non dobbiamo deludere l’aspettativa di questa straordinaria partecipazione. Bisogna avere cura della relazione umana ancor prima di quella politica. Abbiamo bisogno di porre definitivamente fine alle conflittualità interne che ci sottraggono energie preziose, per costruire invece un’alternativa alle destre che governano questo paese. Bisogna tenere insieme coerenza con unità, salvaguardare il pluralismo ma senza rinunciare a una linea chiara, comprensibile. Non serve una resa dei conti identitaria, ma mettere a valore le nostre differenze, senza farci silenziare da esse, o farci rincorrere con compromessi al ribasso».
«Non vogliamo più vedere irregolarità sui tesseramenti, abbiamo dei mali da estirpare, non vogliamo più vedere capibastone e cacicchi vari. Su questo dovremo lavorare tanto insieme, ne va della credibilità del Pd, su cui non sono disposta a cedere di un millimetro» continua, prima di rivolgere i suoi auguri a Papa Francesco I per i suoi 10 anni di pontificato. Altro momento di commozione e applausi nel ricordo del compianto David Sassoli, ex presidente del Parlamento Europeo e membro dem.
Dopodiché Schlein traccia la linea politica, anche in riferimento all’Ucraina: «dobbiamo continuare a sostenere in modo pieno il popolo ucraino che ha diritto di difendersi, dobbiamo continuare a sostenerlo, ma accanto a questo dobbiamo chiedere un protagonismo più forte all’ue per uno sforzo politico e diplomatico– ha detto Schlein all’assemblea – non siamo soli, e la dico come l’avrebbe detta il professor Prodi, per cui chiedo un applauso: la pace non è una parolaccia, anzi per noi a sinistra deve essere un’aspirazione quotidiana, una mobilitazione costante. Ma deve essere una pace giusta. Non si può essere equidistanti da chi è stato aggredito e da chi ha aggredito». E sul governo rilancia le battaglie per i diritti civili contro la linea dell’esecutivo Meloni: «insieme possiamo fare tante cose, se avremo coraggio, abbiamo una grande responsabilità, dobbiamo proporre un’altra politica migratoria: non rifinanzieremo mai più la guardia costiera libica, perché viola i diritti fondamentali. Dobbiamo abolire e riscrivere a quella pessima legge che porta il nome di Bossi e di Fini, prevedendo vie legali sicure per l’accesso – continua – siamo al fianco degli italiani di nuova generazione, per una legge che dica che se sei nato e cresciuto qui sei italiano. Nessuno può toglierti il diritto di sentirti a casa tua, perché è già casa tua. Per la comunità Lgbtq+, bisogno di continuare a insistere per una legge contro odio e discriminazione, è il minimo sindacale in Europa, ed è sorprendente che dobbiamo stare ancora a lottare e a discuterne. I diritti civili e sociali stanno insieme perché le persone che vengono discriminate per quello che sono, sono anche persone che lavorano, pagano le tasse, fanno impresa, e fanno molta più fatica ad accedere ai servizi e al lavoro. Sono storie quotidiane di discriminazione davanti a cui non dobbiamo dormire la notte. Dobbiamo assicurare i diritti e il pieno riconoscimento ai figli delle famiglie omogenitoriali, anziché prendersela con Peppa Pig. La società più sicura è quella che non discrimina, non marginalizza, non lascia indietro nessuno».
di: Caterina MAGGI
FOTO: ANSA/FABIO CIMAGLIA