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Il ministro degli Esteri e la premier Meloni commentano il recente blocco di Francia e Germania: “il problema è l’immigrazione primaria”

Dopo il boom dei giorni scorsi, la notte appena trascorsa a Lampedusa è stata tranquilla e senza sbarchi ma l’isola è ancora in gravi difficoltà. Per questo il consiglio comunale ieri ha proclamato lo stato di emergenza: l’hotspot di contrada Imbriacola conta al momento 4.457 ma nella giornata di oggi è previsto il trasferimento di quasi 2.000 persone.

Tra queste, 453 con nave dedicata al trasferimento, la “Lampedusa“, andranno a Trapani; 480 con nave dedicata “Veronesi” verranno trasferiti ad Augusta; 700 con il traghetto di linea Galaxy che farà rotta su Porto Empedocle e 300 con nave militare Orione che andrà a Catania. Domani verranno trasferite altre 2.270 persone.

L’Europa sembra però rispondere alle necessità del Paese. La portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper, ha dichiarato in briefing con a stampa che l’attuale situazione “ci sottolinea una volta ancora le sfide che abbiamo e gli sforzi che dobbiamo mettere in campo. Su Lampedusa, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, è in contatto con la premier Giorgia Meloni e questa mattina la commissaria agli Affari Interni, Ylva Johansson, ha sentito il ministro Piantedosi per una valutazione della situazione e per vedere come l’Ue possa fornire aiuti. Noi supportiamo l’Italia a un livello operativo e finanziario. E siamo pronti a supportare l’Italia“.

Fonti dell’Eliseo intanto sostengono di conoscere la situazione migratoria che “non fa che confermare l’interesse” degli incontri per il Mediterraneo a Marsiglia e la visita del Papa in città il 22 e 23 settembre.

Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera dove ha commentato la questione migranti. «O prendiamo il toro per le corna, o non ne usciamo. Non basta nemmeno la sola Europa per affrontare un problema così enorme, che interessa non solo quasi l’intera Africa ma anche l’afflusso dalla rotta balcanica. Per questo abbiamo coinvolto le Nazioni Unite, il G20, abbiamo lavorato a una grande conferenza internazionale che deve essere l’avvio di un vero processo di stabilizzazione del Sahel – ha detto. – Noi facciamo tutto quello che è umanamente possibile: i ministeri della Difesa, dell’Interno, il mio, sono al servizio e al lavoro per affrontare l’emergenza. Ma l’instabilità della regione sub-sahariana per la quale servirebbe una grande mobilitazione internazionale è drammatica, l’accoglienza dei migranti irregolari pesa tutta sulle nostre spalle. Sono costi enormi».

Il funzionario ha fatto sapere di aver convocato gli ambasciatori di Guinea e Costa d’Avorio e di essere “in continuo contatto con i miei omologhi di Algeria e Tunisia“. Poi prosegue: «il piano Ue per la Tunisia lo affronteremo già a New York: lunedì ci incontreremo noi ministri degli Esteri europei. Discuteremo di come le istituzioni europee devono collaborare unite, insieme, per attuare e implementare immediatamente il piano per la Tunisia».

Ha poi commentato le ultime decisioni di Francia e Germania: «hanno un problema di immigrazione secondaria, noi di quella primaria, che necessita aiuti immediati e accoglienza. Sono gli stessi migranti che non vogliono restare qui ma andare in Germania, a volte in Francia, o in Finlandia. Noi agiamo in due direzioni: siamo per la linea della fermezza, facciamo di tutto per fermare gli scafisti, quando possiamo rimpatriamo i clandestini. E stiamo aumentandole quote per accogliere immigrati regolari, altra cosa dagli irregolari. Ma il problema è a monte. Se non si attua un vero piano per l’Africa non se ne esce».

Sullo stop dei Paesi vicini si è espressa anche la premier Giorgia Meloni, ospite di Bruno Vespa a Cinque Minuti, su Rai1: «lo stop dei migranti di Francia e Germania? Me lo aspettavo, in parte sì. Noi abbiamo qualche tempo fa comunicato ai nostri partner che non potevamo più riaccogliere automaticamente i cosiddetti ‘dublinanti’ perché i nostri hotspot sono pieni e se la Ue non ci dava una mano a difendere i confini esterni. Il problema però, non è tanto quello dei ricollocamenti ma piuttosto come fermare i movimenti primari, gli arrivi in Italia».

È di tutt’altra opinione Giuseppe Conte, ex premier e leader del M5s: «le politiche migratorie di questo governo sono un fallimento, ed è un fallimento certificato anche dalle spalle che ci voltano Francia e Germania, siamo isolati», dichiara.

Dai dati Frontex emerge che l’aumento degli attraversamenti irregolari alle frontiere esterne dell’Unione europea è stato del 18% in più nei primi 8 mesi del 2023, superando le 232.350 unità. Si tratta del totale più alto nei mesi di gennaio-agosto dal 2016.

Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, attacca il Governo: «l’unica cosa che ha fatto questo governo, in una gara a chi è più cattivo tra Meloni e Salvini, è un decreto che fa l’esatto opposto di quello che servirebbe per la gestione dei diritti fondamentali dei migranti e richiedenti asilo, che rende più difficile salvare vite in mare, blocca le navi che avrebbero potuto aiutare a salvare qualche vita in più. Il decreto Meloni smantella l’accoglienza diffusa e non ascolta le grandi difficoltà dei territorio. Invece servono risorse, una regia nazionale sull’accoglienza diffusa. Il governo non può girarsi dall’altra parte, è il momento di agire». Aggiunge ancora la leader dem: «il dramma di questi giorni a Lampedusa è la dimostrazione del fallimento delle politiche di esternalizzazione di questo governo, c’è un 60% di sbarchi in più nonostante il tentativo di fare un accordo cinico con un Paese che non sta garantendo i diritti democratici. Abbiamo visto il fallimento della mediazione di Giorgia Meloni con i suo alleati nazionalisti ungheresi e polacchi, e non solo protesta per mancanza di solidarietà sull’accoglienza ma dice che hanno ragione loro. Sono campioni di scaricabarile, evocano un complotto internazionale per nascondere le proprie responsabilità. Noi continueremo a batterci per una equa condivisione e solidarietà sull’accoglienza tra tutti i Paesi europei, per aprire vie legali e sicure per l’acceso, per i corridoi umanitari per i Paesi europei in modo che Lampedusa non sia lasciata sola, e per una Mare nostrum europea».

di: Alessia MALCAUS

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