canguro

Una motivazione potrebbe essere la tettonica delle placche

Uno studio dei ricercatori dell’ETH di Zurigo, pubblicato su Science, ha dimostrato come il clima asiatico abbia favorito la migrazione di molte specie animali verso l’Australia.

Fino a questo momento è rimasto un mistero il motivo per il quale diverse specie di animali come serpenti velenosi, lucertole spinose (Moloch horridus), topi saltellanti (Notomys sp.) o volpi volanti siano migrati dall’Asia all’Australia. Per capire meglio la distribuzione sproporzionata dei vertebrati lungo la Wallace Line, sono intervenuti i ricercatori sotto la guida di Loïc Pellissier, professore di Ecosistemi ed evoluzione del paesaggio all’ETH.

Hanno creato un nuovo modello che accosta ricostruzioni del clima, spostamenti delle placche di 30 milioni di anni fa e un set di dati completo per circa 20.000 uccelli, mammiferi, rettili e anfibi registrati al momento nella regione.

In Australia vivono moltissime specie di marsupiali, come il koala e il canguro. Più invece ci si sposta a ovest più diventano rare. Nell’isola indonesiana di Sulawesi si trovano solo due rappresentanti di questi mammiferi mentre nel vicino Borneo non ce ne sono proprio. L’Australia, d’altra parte, non ospita mammiferi tipici dell’Asia.

Il naturalista britannico e ideatore della teoria evolutiva, Alfred Russell Wallace, che viaggiò attraverso l’arcipelago indo-australiano verso la metà dell’Ottocento per raccogliere animali e piante, descrisse una linea biogeografica invisibile tra Bali e Lombok e tra Borneo e Sulawesi che marcava la distribuzione più occidentale della fauna australiana. I ricercatori nel corso degli anni sono stati attratti molto dall’improvviso cambiamento delle creature lungo la Linea di Wallace.

Quali sono le cause?

Ma come ci si è arrivati? Non c’è una spiegazione precisa ma potrebbe essere ipotizzata quella della tettonica a placche: 45 milioni di anni fa, la placca australiana si iniziò a spostare verso nord e scivolò sotto quella eurasiatica avvicinando quindi le due masse che prima era lontane tra loro. A questo punto le creature terrestri furono facilitate nella colonizzazione del continente.

I ricercatori hanno dimostrato che gli adattamenti ai climi delle aree di origine sono in parte responsabili della distribuzione disomogenea dei rappresentanti della fauna asiatica e australiana su entrambi i lati della Linea di Wallace.

Oltre a questo anche le condizioni ambientali sono state sicuramente una spinta decisiva nello scambio tra i due continenti. Grazie a delle simulazioni gli scienziati hanno scovato che gli animali originari dell’Asia avevano più probabilità di attraversare le isole indonesiane per raggiungere la Nuova Guinea e l’Australia settentrionale in cui il clima tipico è tropicale umido, al quale gli animali si trovavano bene e al quale si erano già adattati. La fauna australiana era diversa arrivando da un clima più fresco e secco e quindi le veniva più complicato andare sulle isole tropicali rispetto alla fauna che migrava dall’Asia.

«Il contesto storico è fondamentale per comprendere i modelli di distribuzione della biodiversità osservati oggi e questo era il pezzo mancante del puzzle che spiegava l’enigma della linea di Wallace. I risultati sono importanti per i ricercatori: Fanno capire che possiamo comprendere gli attuali modelli di distribuzione della biodiversità solo se includiamo nelle nostre considerazioni lo sviluppo geologico e le condizioni climatiche della preistoria – ha detto il primo autore Alexander Skeels, ricercatore post-dottorato nel gruppo di Pellissier -. Conoscere i fattori che influenzano gli scambi su lunghe scale temporali è importante per capire perché le specie possono diventare invasive su scale temporali più recenti. Nell’attuale crisi della biodiversità, questo può aiutarci a valutare meglio le conseguenze delle invasioni indotte dall’uomo».

di: Alice GEMMA

FOTO: PIXABAY