Con Servimed Industrial la ricerca oftalmologica raggiunge nuovi traguardi al servizio del paziente
Giovanissima ma molto intraprendente e ambiziosa, con lo sguardo rivolto a Usa e Cina. Ecco come descrivere al meglio la Servimed Industrial. Prossima al suo decimo compleanno, Servimed è un’azienda biomedicale che in pochissimo tempo ha saputo portare una ventata di aria fresca e innovazione nel mondo dell’oftalmologia.
Nata come società di distribuzione di dispositivi medici, nel 2015 concretizza la spinta verso la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica aprendo una Divisione di R&D e produzione di medical device per la cura degli occhi. Un percorso che, come ci racconta il Business Development Manager Andrea Napolitano, ha già raggiunto importanti traguardi pur essendo solo agli inizi.
-Perché avete scelto di investire proprio nell’area dell’oftalmologia?
«Quello dell’oftalmologia è stato a lungo un mercato abbastanza stagnante dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e dunque affamato di prodotti innovativi. Inoltre, essendo un mercato in crescita ma ancora relativamente piccolo, non è eccessivamente presidiato da grandi gruppi farmaceutici. Per questi motivi, come azienda giovane e innovativa, abbiamo visto uno spazio di crescita dove fiorire e ritagliarci una solida fetta di mercato. Nel 2015, quindi, abbiamo fondato la Divisione Oftalmologia. Gli anni iniziali sono stati di pura ricerca e sviluppo, e i primi prodotti sono arrivati sul mercato verso la fine del 2018. Da allora siamo cresciuti rapidissimamente: oggi abbiamo una forte presenza in Italia e in Europa, principalmente in Spagna, UK, Francia e Polonia, ma anche in Sud America e Medio Oriente. Abbiamo poi un portafoglio prodotti ricchissimo e una pipeline per i prossimi 2-3 anni altrettanto ricca».
-Quali sono i prodotti che offrite nell’ambito dell’oftalmologia?
«Abbiamo tre linee di business: una linea chirurgica, una di colliri e una di integratori alimentari per gli occhi. La caratteristica principale dei nostri prodotti è la loro innovatività. Crediamo che i nostri prodotti siano davvero unici: ciascuno di essi, infatti, è supportato da solidi e ampi brevetti, depositati in genere sia in Europa che negli Stati Uniti. Inoltre, i nostri claim sono corroborati da numerosi studi e pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali di primario standing. Insomma, non sviluppiamo prodotti che non abbiano nulla di nuovo e puntiamo a colmare esigenze terapeutiche che non hanno ancora trovato risposta».
-Quali sono i vostri punti di forza e ciò che vi differenzia maggiormente dai competitors?
«Anzitutto la nostra forte propensione all’innovazione clinico-tecnologica e alla ricerca scientifica, propensione che ci viene riconosciuta in modo unanime da clienti e competitor. Ma c’è anche un altro fattore: la nostra significativa velocità di esecuzione. Nel tempo abbiamo implementato processi decisionali snelli ed efficienti che ci permettono di arrivare dall’idea al mercato in tempi rapidissimi. Ad esempio, in appena 6 anni abbiamo portato sul mercato oltre 10 prodotti, il che, se si considerano i periodi fisiologici R&D nonché le barriere regolatorie molto alte per i dispositivi medici, non è affatto scontato».
In questo periodo di grande adrenalina e crescita costante, Servimed Industrial e Andrea Napolitano hanno tanti progetti ambiziosi per il futuro. I principali sono due: continuare l’espansione geografica, in particolare entrando nei mercati di Stati Uniti e Cina, e stringere sempre più partnership strategiche con top player internazionali.