Un tuffo nell’Inghilterra del ‘500: i Tudor, la dinastia più amata. Allora, come oggi, il trono britannico si circondava di scandali e prevaricazioni

Quando si parla di dinastia Tudor, vengono subito in mente due nomi: Enrico VIII, il monarca diventato famoso per le sue mogli, e sua figlia Elisabetta, la regina che avrebbe cambiato per sempre il volto dell’Inghilterra. Ma come è arrivato Enrico VIII sul trono e come è nata la dinastia dei Tudor? Per rispondere a questa domanda bisogna partire dalla Guerra delle Due Rose.

La genealogia

Quando il re Edoardo III morì, nel 1377, gli succedette suo nipote Riccardo II, che non ebbe figli e nominò come suo erede il cugino Edmondo Mortimer. Quando fu per Edmondo il momento di salire al trono, venne spogliato dei titoli da Enrico IV, figlio di Giovanni di Gand, primo duca di Lancaster. Questo fu il momento in cui la famiglia Lancaster per la prima volta si trovò a contendere il trono con i cugini della famiglia di York. Un torto che venne accantonato, ma mai dimenticato: a Enrico IV succedette il figlio, Enrico V, riconosciuto come il “Leone d’Inghilterra”. Enrico V fu un re molto amato e rispettato anche dagli avversari, ma alla sua morte la corona di Inghilterra, che già aveva dimostrato di essere difficile da tenere sul capo, passò al figlio, Enrico VI, un uomo molto diverso: insicuro, malato, psicologicamente instabile. Enrico VI mantenne il trono a lungo solo grazie alla moglie, Margherita d’Angiò, donna forte e risoluta che fu in prima linea a combattere per il diritto al trono del marito e del figlio, Edoardo di Lancaster. Il più fiero oppositore della corona fu Riccardo di York, che per tre volte divenne protettore del regno a seguito delle ricadute nella malattia di Enrico e per tre volte perse il diritto di regnare. Mentre Lancaster e York, nelle figure di Enrico e Riccardo prima e degli eredi, Edoardo di Lancaster ed Edoardo di York dopo, si davano battaglia, un altro pretendente al trono si faceva avanti.

La madre del debole Enrico VI, Caterina di Valois, dopo aver perso il marito, si risposò: il coniuge scelto fu Owen Tudor. Le notizie su questa figura storica sono vaghe, ma quello che sappiamo per certo è che, da lui, Caterina ebbe un figlio: Edmondo Tudor, fratellastro a tutti gli effetti dell’allora re Enrico VI. Edmondo sposò Margherita Beaufort e generò un erede, il futuro Enrico VII d’Inghilterra.

La Guerra delle Due Rose nella sua ultima fase portò sul trono Edoardo IV di York. Ma benché questa fazione avesse vinto, il conflitto durato tanto a lungo aveva finito per generare delle lotte intestine anche tra fratelli: alla morte di Edoardo IV, i suoi due figli vennero portati nella Torre di Londra e nessuno li vide mai più. Lo zio Riccardo si fece incoronare re, ma era inviso alla corte e al popolo e questo richiamò in patria quell’Enrico VII ormai adulto. Ottenuta la vittoria, Enrico sposò Elisabetta di York, figlia primogenita di Edoardo IV e così facendo riunì la rosa rossa dei Lancaster a quella bianca degli York dando vita alla dinastia dei Tudor. Da Enrico ed Elisabetta, nacquero l’erede Arturo e il secondogenito, Enrico VIII d’Inghilterra.

Le sei mogli di Enrico

Caterina d’Aragona era la figlia più giovane di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona. Poco tempo dopo la sua nascita, Spagna e Inghilterra negoziarono un’alleanza politica e Caterina fu promessa in sposa al futuro re Arturo Tudor. Il matrimonio avvenne quando l’infanta compì 16 anni ma fu di breve durata: secondo le ricerche più recenti condotte dagli storici Giles Tremlett e Patrick Williams è possibile stabilire con notevole certezza che quell’unione non venne nemmeno consumata. Il principe Arturo aveva la tubercolosi, che lo portò alla morte 6 mesi dopo le nozze. Caterina, ottenuta la dispensa papale, sposò Enrico VIII che prese il posto del fratello e divenne re nel 1509. Fu la regina più amata dal popolo inglese. La sua unione con Enrico fu condizionata da due fattori: innanzitutto il problema dell’erede. Caterina rimase incinta molte volte, ma l’unico figlio maschio che nacque vivo visse solo 52 giorni. A seguire arrivò una bambina, Maria, che sarebbe passata alla storia come “La Sanguinaria”. Il secondo problema fu quello della promiscuità di Enrico, che arrivò all’apice quando si infatuò della damigella di corte Anna Bolena. Anna non era di nobili natali, tuttavia, secondo quanto ci perviene dalle fonti storiche, era una donna ferocemente intelligente e molto ambiziosa: sicuramente colpevole di desiderare il potere. Anna tenne Enrico a bada per 7 anni: molte delle lettere che lui le inviò nella fase del lunghissimo corteggiamento sono conservate nella biblioteca del Vaticano. Non volendo essere la sua amante, Anna ottenne la corona, anche se la storia del divorzio tra Caterina ed Enrico e di riflesso tra la chiesa d’Inghilterra e quella di Roma è meno romantica di quanto appaia nell’immaginario collettivo. Era un periodo molto delicato per la religione: ormai circolavano dappertutto i testi “eretici” di Lutero e lo stesso braccio destro di Enrico, Thomas Cromwell, era un uomo molto vicino al nuovo filone religioso. Il re era un grande studioso di teologia: non sopportava gli abusi e i soprusi della chiesa e dei suoi rappresentanti e Anna Bolena cavalcò quest’onda, appoggiando Enrico fino a che, deluso dall’ennesimo rifiuto del Papa a concedere il divorzio da Caterina, ruppe il legame con Roma e si proclamò capo della chiesa anglicana. A seguito, Anna venne incoronata regina: era il 1533. Il matrimonio non fu lungo e nemmeno felice: poco dopo le nozze nacque una bambina, Elisabetta, ma qualunque altro tentativo di concepire andò a vuoto. Enrico era disperato e rivolse altrove il suo sguardo. Nel 1536 incaricò Cromwell di trovare il modo di liberarlo di Anna: la regina fu accusata di adulterio e incesto e processata per tradimento. Non essendo mai stata molto popolare, il popolo reagì con violenza alle accuse e non le fu di alcun aiuto. In quello stesso periodo Enrico aveva iniziato ad avvicinarsi a Jane Seymour, una donna molto simile per origine ad Anna ma altrettanto diversa da lei per carattere. Il giorno dopo l’esecuzione di Anna Bolena, Enrico e Jane si fidanzarono e 10 giorni dopo divennero marito e moglie. Jane riuscì a dare a Enrico ciò che lui aveva sempre desiderato: un figlio maschio, Edoardo. Nemmeno un mese dopo, a causa delle complicazioni del parto, la regina morì: fu la donna più amata da Enrico, tanto che dopo la sua morte, egli venne sepolto accanto a lei. A seguire, ci furono altre tre mogli: Anna di Cleves, che Enrico sposò nel 1540 ma con cui non riuscì a consumare il matrimonio, fatto che portò all’annullamento e probabilmente salvò la vita della stessa Anna; Catherine Howard, cugina di Anna Bolena, che fece la stessa fine a causa dei tradimenti prima e dopo il matrimonio; e infine Catherine Parr: quest’ultima era una vedova con due matrimoni alle spalle, era una studiosa e giocò una parte importante nella riconciliazione tra il re e le sue due figlie, Maria ed Elisabetta. Era innamorata del fratello di Jane Seymour, ma il suo cuore non la tradì perché Enrico morì prima di scoprirlo.

I Tudor tra verità e leggenda

La dinastia dei Tudor si conclude con Elisabetta I, figlia di Anna Bolena, che riuscì a realizzare i sogni della madre e a diventare la prima donna in grado di regnare da sola in un Paese in grande trasformazione com’era l’Inghilterra del XVI secolo. Sotto la direzione di Elisabetta, il regno iniziò la sua opera di colonizzazione e le arti, soprattutto quella teatrale, conobbero il periodo di massimo splendore. Elisabetta Tudor fu il seme con cui l’Inghilterra germogliò e divenne ciò che è oggi. Scegliendo di morire nubile e senza figli, la regina portò con sé nella tomba il cognome dei Tudor, rendendo vano quel desiderio che aveva condizionato tutta la vita di suo padre. La dinastia dei Tudor è ancora oggi una delle più chiacchierate ed amate grazie soprattutto a cinema e trasposizioni televisive e teatrali. Ci sono molte opere che permettono di conoscere meglio la famiglia e la corte inglese: dall’intramontabile Shakespeare ai prodotti più recenti. Consigliatissimi i romanzi di Alison Weir, storica londinese che ha scritto le opere più accurate a livello storico sulle mogli di Enrico: Caterina d’Aragona la vera regina, Anna Bolena l’ossessione del Re, Jane Seymour, la regina più amata. Per un approccio più mainstream, la serie I Tudors – Scandali a corte di Showtime.

di: Micaela FERRARO