Una trasformazione fatta di infrastrutture che vedrà protagonista questa azienda di Chieti

Con alle spalle oltre 30 anni di esperienza nella realizzazione di impianti, reti e sistemi per le telecomunicazioni, i trasporti e l’energia, Ceit è oggi uno dei principali protagonisti dell’ammodernamento tecnologico dell’Italia. Ci racconta come e cosa ci attende per il futuro l’Amministratore Delegato della società con sede principale in provincia di Chieti, Fabrizio Perletta

-Come nasce Ceit e di cosa si occupa? «Ceit nasce alla fine degli anni Ottanta a seguito di una diversificazione del gruppo di cui fa parte, storicamente operante nel settore delle costruzioni. Con la volontà di entrare nel mercato delle telecomunicazioni, acquisisce quindi una piccola società dedita alla realizzazione di infrastrutture per le reti telefoniche fisse. Da quel momento, poi, opera una serie di ulteriori acquisizioni, aumentando la propria presenza sul territorio e il volume di fatturato. Questa crescita ha permesso, negli anni, di diversificare ulteriormente il mercato entrando nei settori dei trasporti e dell’energia. Oggi Ceit conta oltre 42 sedi sul territorio nazionale, poco più di 1.200 dipendenti e un volume d’affari di oltre 300 milioni di euro. L’azienda si occupa della realizzazione di reti per la telefonia mobile, per la telefonia fissa e Internet, rivolgendosi soprattutto ai maggiori operatori del Paese. Nell’ambito dei trasporti, lavora in modo particolare nel settore ferroviario per la realizzazione di reti di segnalamento che consentono ai treni di viaggiare in sicurezza, ma anche per il settore autostradale e del trasporto pubblico municipalizzato. Infine, nell’energetico, realizza reti ad alta tensione, grandi dorsali di distribuzione dell’energia, reti locali di media e bassa tensione e, in particolar modo, impianti di energia rinnovabile, eolici e fotovoltaici».

-Qual è la sfida maggiore che sta affrontando oggi l’azienda?

«In questo momento Ceit sta contribuendo alla digitalizzazione del Paese con la realizzazione di reti in fibra ottica, in sostituzione di quelle tradizionali in rame. Queste reti, dette a banda larga, sono formate da cavi e apparecchiature che permettono di trasmettere una grande mole di informazioni e vengono realizzate sia nelle città che nelle provincie e nelle zone più remote e meno popolate. Per quanto riguarda, invece, il mobile, stiamo creando reti di comunicazioni che sfruttano la tecnologia 5G per consentire di accedere, in mobilità, agli stessi servizi offerti sulla rete fissa. Questa trasformazione durerà ancora per alcuni anni: si stima che la completa sostituzione delle vecchie reti avverrà entro il 2030».

-Qual è il futuro di questa trasformazione?

«Il dopo trasformazione è un panorama, ovviamente, pieno di dubbi ma anche di opportunità. Con la realizzazione di queste grandi infrastrutture, infatti, la vera sfida sarà preoccuparsi di cosa farci transitare. Parliamo di servizi per l’intrattenimento (sport, spettacoli) ma anche servizi di pubblica utilità, come anagrafi e certificazioni grazie alla pubblica amministrazione online o interventi chirurgici a distanza. Senza dimenticare applicazioni come guida assistita e smart cities. Probabilmente, come già successo in passato, molti servizi oggi non riusciamo neanche ad immaginarli ma verranno fuori molte idee, innovazioni e applicazioni. Bisognerà capire quali tipi di servizi rendere ai clienti, operatori e consumatori finali, e come inserirsi in questo mercato, consolidando la propria presenza sul territorio e adattandosi alle esigenze».

Un panorama, quindi, in cui Ceit si affaccerà forte delle sue provate caratteristiche: flessibilità, radicato orientamento al cliente e inveterata disponibilità, così come l’ormai allenata capacità di intercettare le tendenze e le esigenze della trasformazione digitale.