L’ex presidente distacca di 30 punti percentuali DeSantis e Haley e prende il volo

In attesa del grande Election day del 5 novembre, prosegue il nostro racconto delle elezioni primarie negli Stati Uniti, giunte al secondo caucus nel New Hampshire dopo l’inizio dei giochi in Iowa.

L’ultima volta era accaduto nel 1980. Ora Trump ha replicato l’impresa, diventando il primo candidato repubblicano degli ultimi 40 anni a conquistare i primi due Stati delle elezioni primarie. L’ex presidente ha infatti conquistato anche il caucus del New Hampshire con il 54,6% dei voti. Si ferma a quota 43,6% l’ex ambasciatrice Onu Nikki Haley che, ancora fiduciosa, ricorda ai sondaggisti più frettolosi che questa “non è uno sprint ma una maratona“.

Per Haley il momento decisivo sarà in South Carolina, dove è stata governatrice per due volte e dove punta di rafforzare uno zoccolo duro sufficiente per sostenerla alla Casa Bianca. Al momento, i sondaggi parlano di un forte svantaggio di Haley su Trump anche in questo Stato. Se questi 30 punti non dovessero colmarsi, potrebbe avvicinarsi la fine della campagna elettorale dell’unica sfidante repubblicana di Trump ancora in piedi.

DeSantis lascia la corsa: “Trump superiore a Biden”

È bastato un solo assaggio di primarie per capire da che parte tirasse il vento e come cavalcarlo: dopo la netta vittoria di Trump in Iowa, il suo ex-alleato ed ex-sfidante Ron Desantis fa un passo indietro. Oltre a rinunciare alla sua candidatura, il senatore ha annunciato il suo sostegno a Trump: «sono orgoglioso di aver mantenuto il 100% delle mie promesse e non mi fermerò ora. Per me è chiaro che la maggioranza degli elettori delle primarie repubblicane vuole dare un’altra possibilità a Donald Trump… Anche se ho avuto disaccordi con lui, ad esempio sulla pandemia di Coronavirus, Trump è superiore all’attuale presidente in carica Joe Biden. Questo è chiaro».

Trump stravince in Iowa: partenza in discesa per il tycoon

Come da consolidata tradizione, è l’Iowa a inaugurare la corsa dei candidati che rincorrono lo scranno della Casa Bianca. Il vero scossone del primo caucus (così vengono chiamate le elezioni primarie negli States) è che non ci sono scossoni: la vittoria, schiacciante, è andata ancora una volta a Donald Trump.Con gli scrutini al 95%, l’ex presidente Usa si assicura il 51,1% dei voti, lasciando arrancare gli altri contendenti. Ron DeSantis, governatore della Florida ed ex alleato di Trump, si ferma alla 21,2%, seguito dall’ex governatrice del South Carolina Nikki Haley (19,1%) e dall’imprenditore Vivek Ramaswamy. Quest’ultimo, preso atto del suo 7,7%, ha ritirato la sua candidatura.

La candidata repubblicana Nikki Haley (EPA/JUSTIN LANE)

Serviranno 1.215 delegati per concorrere all’appuntamento elettorale definitivo. Con questa prima tornata Trump se ne aggiudica 20 (9 delegati vanno a DeSantis, 8 a Haley, tre a Ramaswamy). Non era mai successo che un candidato repubblicano vincesse le primarie in Iowa ottenendo più di 13 punti di scarto dal secondo.

La vittoria di Trump non ha colto impreparati i sondaggisti che da mesi vaticinavano la sua vittoria nello Stato. Tanto che gli altri candidati hanno rinunciato in partenza alla rincorsa al tycoon, preferendo lo scontro “nelle retrovie” per accaparrarsi il titolo di contendente alternativo unico a Trump.

Ron DeSantis (EPA/JUSTIN LANE)

L’Iowa, abitato da tre milioni e mezzo di persone, è uno dei più ricchi stati rurali del Midwest, caratterizzato da un elettorato prevalentemente bianco e principalmente impiegato nell’agricoltura. Nello Stato il sostegno repubblicano a Trump è garantito anche dai numerosi gruppi religiosi evangelici. È lo stesso Biden a decretare la vittoria schiacciante del suo avversario: «Donald Trump è il candidato repubblicano ufficiale per il 2024 e noi dobbiamo fare qualsiasi cosa per sconfiggerlo» scrive ai suoi Democratici il presidente in carica.

Donald Trump (EPA/JIM LO SCALZO)

Il calendario delle primarie Usa: i prossimi Stati al voto

Dopo l’Iowa, il calendario delle elezioni primarie del Partito Repubblicano negli Usa proseguono nel New Hampshire il 23 gennaio. Seguiranno il Nevada (fra il 6 e l’8 febbraio) e il South Carolina, il 24 febbraio.

Il Partito Democratico invece, la cui corsa delle primarie è spenta in partenza dalla candidatura del presidente in carica, aprirà le urne il 3 febbraio, sempre in South Carolina.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/CJ GUNTHER