L’Onu accusa Cuba di repressione religiosa contro l’Islam e le religioni cattolica, protestante e yoruba

L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha presentato il 1 settembre 2023 una lettera di rimostranze contro Cuba: il regime è stato accusato di aver attuato un modello governativo di controllo e repressione religiosa istituzionale contro le altre religioni presenti sull’Isola, in particolare l’Islam, il Cattolicesimo, il Protestantesimo e la Yoruba. 

L’accusa dell’Onu si basa sulla lunga indagine condotta da Prisoners Defenders nel 2022. L’Ong spagnola ha svolto un’approfondita ricerca sulla limitazione delle libertà religiose a Cuba basandosi sulle dichiarazioni di 56 leader religiosi e laici delle quattro religioni praticate sull’Isola. Lavorando in comunione con l’OAA, l’Outreach Aid to the Americas, ha redatto un rapporto che mette in evidenza come la libertà di culto sia meno tutelata nella nuova costituzione cubana entrata in vigore nel 2019, che ha cambiato le tutele precedentemente riconosciute ai credenti. Questo rapporto è stato poi adottato dall’Uscirf, la commissione statunitense per lo studio delle libertà religiose. Secondo quanto emerso, il Governo di Cuba prenderebbe di mira “in modo aggressivo” i leader religiosi che si oppongono alle ingerenze delle autorità e inoltre impiegherebbe “persistenti campagne di vessazione e intimidazione” contro gli stessi. 

Gli Stati Uniti hanno espresso profonda preoccupazione per la situazione nel Paese. Secondo il rapporto redatto da Prisoners Defenders, il Governo centrale cubano reprime e controlla “in modo assolutistico” tutte le pratiche religiose nel Paese, creando gruppi fittizi nelle mani del partito comunista, attraverso l’Ufficio di Attenzione agli Affari Religiosi (OAAR). Si tratta de l’Associazione Culturale Yoruba, la Lega Islamica di Cuba, il Consiglio delle Chiese e i Pastori per la Pace: tutti e quattro sono gestiti dalla sicurezza di Stato e servono per nascondere la “brutale repressione” a cui vengono sottoposte determinate fedi religiose, in particolar modo l’Islam, il Credo maggiormente vietato e controllato di tutto il Paese. Secondo quanto denuncia PD, l’Associazione Culturale Cubana è stata creata per monopolizzare il discorso di questa religione afro-cubana, molto presente tra la popolazione, e per sostenere il Governo. Attraverso il Consiglio delle Chiese e i Pastori per la Pace invece, le chiese cristiane sono state messe a tacere.

I casi di repressione denunciati

Nel 2023 Prisoners Defenders ha denunciato 13 casi di repressione religiosa avvenuti a Cuba: le persone che sono state incarcerate appartengono tutte alle quattro religioni prese in esame e molte di loro sono ancora in carcere, in situazione di estrema povertà e in pericolo di vita. La lettera dell’Onu rimarca la preoccupazione per i casi presi in esame: “a questo proposito, vorremmo esprimere la nostra profonda preoccupazione per le accuse di arresto, detenzione arbitraria e incarcerazione dei sigg. Hernández García, Pérez Paseiro, Díaz Paseiro, Rodríguez Isaac e Pérez Cruz, nonché per le accuse di maltrattamenti in molti di questi casi. Vorremmo anche esprimere la nostra preoccupazione per le molestie e la repressione contro i membri e i leader dell’Asociación de Yorubas Libres, dell’Asociación Cubana para la Divulgación del Islam e delle comunità cattolica ed evangelica a Cuba”. 

Nello specifico a generare preoccupazione sono le situazioni di: 

  • Asociación de Yorubas Libres, un’associazione religiosa afrocubana indipendente che è stata perseguitata e vessata e ha subito “arresti arbitrari, minacce, attacchi fisici, distruzione di oggetti cerimoniali, sorveglianza della polizia, perquisizioni e sequestri e molestie sistematiche“.
  • Ifá Loreto Hernández García, sacerdote yoruba, “detenuto e interrogato sistematicamente dal 2011[…] accusato di disordine pubblico e oltraggio alla corte
  • Ifá Donaida Pérez Paseiro, sacerdote yoruba, “detenuta arbitrariamente e interrogata in almeno 56 occasioni tra il 2011 e il 2021 […] aggredita fisicamente dalla polizia”.
  • Sig. Mitzael Díaz Paseiro, un parrocchiano Yoruba “condannato a tre anni e sei mesi di carcere il 24 novembre 2017 per un presunto reato di pericolosità sociale pre-delinquenziale, regolarmente rinchiuso in celle di isolamento murate, senza accesso alla ventilazione o alla luce del sole, dove sarebbe stato picchiato duramente e lasciato senza poter bere acqua per giorni”. 
  • Le sorelle Lisdiany e Lisdany Rodríguez Isaac, parrocchiane yoruba, “avrebbero partecipato a una manifestazione, dopo la quale sono state arrestate il 17 luglio 2021″. Le due sorelle sarebbero state tenute in custodia per mesi con un ordine di detenzione cautelare della Procura, senza l’intervento di un tutore giudiziario. Per 15 giorni dal loro arresto, i loro parenti sarebbero stati all’oscuro di dove si trovassero. Sono state condannate a 8 anni di reclusione con la sentenza 26/2022 della causa 49 del PFL 690/21 di Caibarién, per i reati di disordine pubblico, oltraggio alla corte e aggressione. 
  • Associazione Cubana per la Diffusione dell’ISLAM, un’associazione indipendente bandita dalle autorità e perseguitata, “le sue attività sarebbero state continuamente ostacolate dal Dipartimento di Sicurezza dello Stato e da altre autorità”. 
  • Imam Abu Duyanah (Niovel Alexander Tamayo Formén), imam musulmano, arrestato e sottoposto a trattamenti inumani e degradanti, “sottoposto agli arresti domiciliari, nonché a monitoraggio, molestie, convocazioni, minacce e detenzione arbitraria a causa della sua attività di leader religioso”
  • Sig. Marco Antonio Pérez Cruz, “un cattolico praticante che era bibliotecario presso la Biblioteca diocesana e che, secondo quanto riferito, forniva sostegno spirituale a diversi individui e gruppi percepiti come dissidenti dalle autorità […] non era mai stato politicamente attivo”
  • Padre José Castor Álvarez Devesa, “un sacerdote cattolico che avrebbe subito violenze fisiche, detenzione arbitraria e restrizioni arbitrarie dei suoi diritti […] un membro delle Brigate di produzione e difesa lo avrebbe colpito duramente alla testa con una mazza da baseball”. 
  • Padre David Pantaleón (sacerdote cattolico), “sacerdote cattolico domenicano che ha servito per cinque anni come capo della Compagnia di Gesù a Cuba e ha presieduto la Conferenza cubana dei religiosi e delle religiose (CONCUR)[…] David Pantaleón avrebbe sostenuto il rispetto dei diritti umani delle persone detenute e imprigionate in questo contesto e sostenuto le loro famiglie […] Come risultato di questo lavoro, il Sig. Pantaleón avrebbe ricevuto ripetute minacce e pressioni da parte dell’Ufficio per gli Affari Religiosi e del Governo, e ha mantenuto il suo rifiuto di abbandonare le sue attività di sostegno spirituale ai prigionieri”. 
  • Il pastore Elier Muir Ávila e la pastora Minerva Burgos López, “sono una coppia di pastori evangelici sposati. Nel 2013, i pastori si sarebbero recati presso il dipartimento degli Affari religiosi della Direzione municipale del Partito comunista per richiedere i permessi necessari all’apertura di case di culto per la loro comunità, ma sono stati rifiutati dalle autorità del Partito e dalla Direzione municipale del Ministero della Giustizia. […] interrogato da agenti statali sulla sua fede e sulle sue attività religiose e deriso e insultato per la sua fede, accusato di appartenere a una “setta satanica”, minacciato di essere perseguito e condannato fino a 20 anni di carcere se non avesse cambiato il contenuto dei messaggi che il signor Muir Ávila distribuiva alla sua comunità […]”

La lettera d’accusa delle Nazioni Unite

La lettera presentata dall’Onu al Governo centrale di Cuba può essere consultata integralmente. Il regime è accusato di aver agito contro i diritti e le libertà fondamentali e, nello specifico, di: 

  • esercitare “tortura, trattamenti crudeli, inumani o degradanti”;
  • violazione della “libertà e sicurezza della persona e del divieto di detenzione arbitraria”;
  • esercitare un “trattamento indegno e inumano delle persone private della libertà”;
  • violazione del “diritto all’uguaglianza davanti ai tribunali e al giusto processo”;
  • violazione del “diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione”;
  • violazione del “diritto alla libertà di riunione pacifica”;
  • violazione del “diritto alla libertà di associazione”; e
  • violazione del “diritto all’uguaglianza davanti alla legge”. 

La lettera è stata vergata da cinque mandati e relatori speciali delle Nazoini Unite: quello sulla libertà di religione o di credo, del Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria, del Relatore speciale sulla promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione, del Relatore speciale sui diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione e del Relatore speciale sulle questioni relative alle minoranze.

Il presidente di Prisoners Defenders, Javier Larrondo, ha raccontato: «il regime cubano non solo reprime la libertà religiosa e arresta e imprigiona i religiosi, ma lo fa anche in parallelo con una struttura che crea false organizzazioni religiose, come la Lega islamica di Cuba, l’Associazione culturale Yoruba, il Consiglio delle Chiese o i Pastori per la pace, dirette dalla Sicurezza di Stato, e il cui scopo è soppiantare e ostracizzare le vere iniziative religiose a Cuba. – E in merito all’intervento dell’Onu ha aggiunto: – ratificando questo meccanismo di controllo nei dettagli, questo rapporto delle Nazioni Unite espone una pratica machiavellica e draconiana per controllare gli esseri umani a Cuba, anche nella loro sfera più personale e spirituale».

La reazione di Cuba

Cuba ha risposto con 20 giorni di ritardo rispetto ai 60 concessi dal Relatore speciale ma non ha fatto riferimento alle accuse esplicite che gli sono state mosse. Nella lettera è scritto che “le azioni del Governo cubano sono legittime” e si fa riferimento all’articolo 16 della Costituzione della Repubblica. La missiva si concentra poi sulla accuse di lavoro forzato ricevute dalle Nazioni Unite e da ong come Human Rights Watch, Human Rights Foundation e British Medical Journal, più che sulla questione della repressione ideologica a cui non c’è – al momento in cui questo articolo viene aggiornato – accenno.

di: Micaela FERRARO

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