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Il ministro della Difesa ucraino respinge le accuse di Mosca

Secondo quanto riporta la Tass la Russia avrebbe informazioni “concrete” e “doppiamente verificate” sulla “possibile provocazione” dell’utilizzo di una bomba sporca da parte degli ucraini, “non sono accuse senza fondamento“, è quanto dichiara Sergey Lavrov.

Lavrov ha sostenuto di avere “informazioni concrete su istituti ucraini capaci di produrre una bomba sporca” e che la questione sarà presentata all’Onu.

Ieri il ministro russo Serghei Shoigu aveva espresso preoccupazione per il rischio di una “bomba sporca” lanciata da Kiev. Oggi Alexei Reznikov, il ministro della Difesa ucraina ha scritto su Twitter: «il pensiero di una ‘bomba sporca’ ci ripugna. Invitiamo le missioni dell’Onu e dell’Aiea a visitare l’Ucraina. Il mondo dovrebbe fornire una risposta al ricatto nucleare di Russia. Chiediamo l’adesione al paragrafo 4 del Memorandum di Budapest».

Il sostegno all’Ucraina è stato ribadito dai ministri degli Esteri di Francia, UK e USA, con una dichiarazione congiunta: «rimaniamo impegnati a continuare a sostenere gli sforzi dell’Ucraina per difendere il suo territorio per tutto il tempo necessario. I ministri della Difesa di ciascuno dei nostri paesi hanno parlato con il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu su sua richiesta. I nostri paesi hanno chiarito che respingiamo tutti le accuse palesemente false della Russia secondo cui l’Ucraina si sta preparando a utilizzare una bomba sporca sul proprio territorio. Il mondo vedrebbe qualsiasi tentativo di usare questa accusa come pretesto per l’escalation. Rifiutiamo inoltre qualsiasi pretesto per l’escalation da parte della Russia. I ministri degli Esteri hanno anche discusso della loro comune determinazione a continuare a sostenere l’Ucraina e il popolo ucraino con sicurezza, assistenza economica e umanitaria di fronte alla brutale guerra di aggressione del presidente Putin». Se Mosca dovesse intensificare la guerra con il pretesto di una “bomba sporca” “nessuno si lascerebbe ingannare” si legge nella nota, i ministri “respingono le accuse palesemente false della Russia secondo cui l’Ucraina si starebbe preparando a usare una bomba sporca sul proprio territorio“. Dura la replica di Peskov, che ribatte: “la minaccia è reale”.

Droni iraniani in Russia, Zelensky: “colpa di Israele”

Nel frattempo l’Iran ha negato di aver fornito armi all’esercito russo, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani ha dichiarato: «gli europei e, soprattutto, gli Usa hanno agito in modo provocatorio e creato una situazione che ha innescato la guerra. Ora diffondono informazioni non corrette accusando Teheran di dare armi a sostegno della Russia». Si tratterebbe, secondo Kanani, di notizie di “propaganda e un’accusa che respingiamo. Non siamo parte del conflitto“.

Volodymyr Zelensky, nel consueto video inviato su Telegram ha dichiarato: «credo che ora il mondo dovrebbe reagire il più duramente possibile. Se la Russia chiama i ministri degli Esteri e dice che l’Ucraina sta preparando qualcosa, significa una cosa: che la Russia ha già preparato tutto questo. Tutti sanno chi è la fonte di tutte le cose sporche immaginabili in questa guerra. Ovunque la Russia abbia portato morte e degrado, stiamo tornando a una vita normale. Si tratta proprio degli ucraini. Dove c’è l’Ucraina, la vita non è mai distrutta. Ma ovunque la Russia vada, lascia fosse comuni, campi di tortura, città e villaggi distrutti, terre minate, infrastrutture distrutte e disastri naturali. E se qualcuno può usare armi nucleari nella nostra parte d’Europa, allora è solo un’entità, la Russia».

Zelensky ha rinfacciato anche ad Israele la sua neutralità: «la vendita di droni suicidi dall’Iran alla Russia non sarebbe avvenuta se Israele non avesse scelto di restare neutrale nel conflitto».

Il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz infatti, ha avuto un contatto telefonico con l’omologo di Kiev Oleksii Reznikov per ribadire la condanna di Israele all’invasione russa ma confermando anche che lo Stato non intende inviare armi all’Ucraina. Una scelta motivata da “restrizioni operative”.

di: Flavia DELL’ERTOLE

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