macaco

Nel Paese sono presenti delle “scuole” che addestrano le scimmie a raccogliere i frutti dalle palme, costringendoli a una vita inj catene

Gli animalisti insorgono sul trattamento a cui sono sottoposti i macachi in Thailandia. Gli animali vengono catturati nelle foreste o allevati in cattività e poi addestrati a raccogliere noci di cocco. Una volta capaci di raggiungere il frutto, vengono sfruttati nelle piantagioni di palme.

Il governo del Paese ha smesso di pubblicizzare le “scuole” per macachi nel 2019, ma non ha fatto, in concreto, nulla per evitare questa pratica. La specie di scimmie coinvolta in questa pratica, inoltre, è quella dei macachi nemestrini settentrionali (Macaca leonina), ed è ritenuta vulnerabile all’estinzione.

Da circa un secolo i macachi sono sfruttati per raccogliere questi frutti, ma nel corso degli anni le bevande alternative al latte animale e a base di cocco sono aumentate a dismisura. Così, insieme al consumo di cocco, è aumentato anche lo sfruttamento dei macachi. La Thailandia è il 9° paese al mondo per la produzione di cocco, e il terzo per la sua esportazione. Non solo qui, però, vengono sfruttate le scimmie, anche in Indonesia e Malesia sono i macachi a raccogliere le noci di cocco. la loro abilità di arrampicarsi fa sì che siano in grado di staccare tra le 500 e le 1000 noci di cocco, una quantità impensabile per un essere umano.

Il progresso tecnologico, però, ha messo a punto soluzioni per la raccolta umana delle noci di cocco, che possono portare le persone sulla cima delle palme in sicurezza, ma non sono diffusi.

La pratica è nota da anni, PETA ha condotto diverse indagini in merito al fenomeno, l’ultima è quella del novembre scorso, realizzata dal dicembre 2021 al luglio 2022 in nove regioni della Thailandia. Si dimostra in questa sede come i macachi venissero abusati nelle “scuole”, i metodi di addestramento sono violenti e gli animalisti hanno ripreso un addestratore che frustava un macaco che era trattenuto con una catena. Le scimmie, infatti, quando non lavorano sono tenute in catene o trasportate in gabbie piccole, per evitare che mordano le persone ai macachi sono tolti i canini e, in generale, vivono in situazioni degradanti e dannose.

Secondo quanto hanno ascoltato dai raccoglitori di cocco i membri di PETA, i macachi vengono generalmente fatti lavorare per circa 10 anni poi la “pensione” viene vissuta sempre in cattività. Per i pochi macachi a cui viene restituita la libertà dopo anni in catene, però, la vita è corta e difficile: dopo anni passati con l’uomo, non sono in grado di sopravvivere e procurarsi cibo.

Dalla parte degli addestratori viene detto che la posizione di PETA non è veritiera, Arjen Schroevers aveva detto al National Geographic che i macachi amano l’addestramento e che non vengono sottoposti a violenze, tanche che “tanti proprietari di scimmie che conosciamo lavorano molto tranquillamente con loro, non urlano e non le picchiano” e negava la rimozione dei canini alle scimmie.

PETA continua però a sostenere le proprie tesi e che le autorità della Thailandia non stiano facendo molto per il benessere degli animali. Per questo PETA continua a chiedere il boicottaggio delle aziende che utilizzano per i propri prodotti il cocco del Paese.

di: Flavia DELL’ERTOLE

FOTO: PIXABAY