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Secondo un servizio del Tg La7 si tratta di un carteggio tra il cardinale Casaroli e un sacerdote vicino alla famiglia Orlandi nel quale si parla di presunte molestie usate dallo zio Mario Meneguzzi, ormai defunto, nei confronti di Natalina, sorella della 15enne scomparsa

Un nuovo tassello si aggiunge al caso di Emanuela Orlandi, la 15enne cittadina vaticana scomparsa nel 1983. Stando a quanto riferito dal Tg La7, sarebbero stati ritrovati documenti sui quali stanno indagando sia l’ufficio del Promotore di Giustizia della Santa Sede, sia la Procura di Roma.

Si tratta di uno scambio di lettere tra l’allora cardinale Segretario di Stato Vaticano Agostino Casaroli e un sacerdote di origini sudamericane, a lungo consigliere spirituale e confessore della famiglia Orlandi. Il carteggio, che risale al settembre 1983, riguarderebbe presunte molestie subìte da Natalina, sorella maggiore di Emanuela, da parte di uno zio ora defunto, Mario Meneguzzi.

Stando a quanto riferito dal servizio del tg di La7, a cura di Flavia Filippi, Natalina avrebbe messo queste dichiarazioni “a verbale nell’interrogatorio – mai emerso dagli atti – reso a un magistrato di Roma”.

«Il ritrovamento delle due lettere non è direttamente un atto di accusa verso lo zio di Emanuela, ormai scomparso. Ma spalanca uno scenario aperto solo in parte, e non si sa perché non coltivato, quando le indagini erano state tolte al sostituto procuratore Margherita Gerunda per essere affidate al suo collega Domenico Sica – spiega il TgLa7– sono rimasti molto colpiti al momento del raffronto tra il volto di Mario Meneguzzi e l’identikit tracciato dal vigile e dal poliziotto che riferirono di aver visto, la sera della scomparsa, un uomo a colloquio con Emanuela appena uscita dalla scuola di musica vicino al Senato. Come vedete, una somiglianza che avrebbe imposto approfondimenti immediati. Ci sono stati?».

Pietro Orlandi: “non possono scaricare le responsabilità su una famiglia”

La famiglia Orlandi, però, non ci sta. «Sono arrabbiato, furioso. Hanno passato il limite come non mai e con l’avvocato Sgrò sto organizzando per domani una conferenza stampa. Non possono scaricare le responsabilità di tutto su una famiglia… Non pensano ai parenti, ai figli? No, questa carognata non può passare così – ha dichiarato all’Adnkronos Pietro Orlandi, fratello di Emanuela – Nessuno ha chiamato né me, né mia sorella, né i figli di mio zio. Non siamo stati chiamati dalla Procura di Roma – ribadisce – da nessuno. Mi auguro che questa commissione parlamentare parta e svergogni chi oggi miserabilmente ci ha infangato». Pietro Orlandi ha, poi, annunciato di voler chiedere di “incontrare privatamente Papa Francesco”.

I familiari di Emanuela Orlandi hanno indetto per martedì 11 luglio alle 16 una conferenza stampa presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera, alla quale parteciperanno Pietro Orlandi, Natalina Orlandi e l’avvocata Laura Sgrò.

Sgrò: “queste carte non sono una novità”

«Ho saputo di questo carteggio guardando il telegiornale, nessuno ha avuto il pensiero di avvisare di una notizia del genere. Domani, in una conferenza, avremo modo di spiegare il nostro pensiero su tutto questo. Di questa vicenda si era già occupata la magistratura italiana nei primi anni Ottanta senza arrivare ad alcun esito. Spero che queste non siano le uniche carte, che non sono affatto una novità, che la procura Vaticana ha inviato alla procura di Roma» ha dichiarato Sgrò all’Adnkronos.

di: Francesca LASI

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