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Uno dei calciatori più forti si stringe a quanti, in Iran, hanno perso i propri cari sotto i colpi della repressione

Ali Daei, uno dei volti più noti del calcio iraniano, ha dichiarato di aver ricevuto minacce per aver appoggiato le proteste che stanno scuotendo il Paese a seguito della morte di Mahsa Amini.

«Negli ultimi mesi e giorni ho ricevuto numerose minacce contro di me e la mia famiglia da parte di alcune organizzazioni, media e individui sconosciuti» ha spiegato su Instagram il calciatore. «Mi hanno insegnato l’umanità, l’onore, il patriottismo e la libertà…. Cosa volete ottenere con queste minacce?» ha continuato, per poi chiedere il “rilascio incondizionato” dei prigionieri arrestati proprio durante le proteste.

Daei, nonostante l’invito, ha scelto di non andare in Qatar, motivando di voler rimanere “con i miei compatrioti ed esprimere solidarietà a coloro che hanno perso i loro cari” durante la repressione. Proprio oggi l’Iran sfiderà gli Stati Uniti, un match che è legato a doppio filo a Ali Daei che, nei mondiali del 1998, fu uno dei protagonisti della vittoria della nazionare iraniana su quella statunitense.

di: Flavia DELL’ERTOLE

FOTO: ANSA/EPA/MAZEN MAHDI