L’ex premier guarda al leader del Carroccio Matteo Salvini come possibile alleato sul tema della guerra

Mentre la comunità internazionale premia Draghi come politico dell’anno (leggi qui), il premier deve fare i conti con il dissenso politico interno al contesto italiano. A contrapporsi, in particolare sul tema del riarmo e della guerra, sono i leader del Movimento 5 Stelle e della Lega, Giuseppe Conte e Matteo Salvini.

«Io ho posto questioni politiche con cui mi interrogo con il partito di maggioranza relativa in Parlamento e la popolazione italiana. Chiedere che Draghi venga in Parlamento dopo un’emergenza del genere non è irrituale, è un dovere – è la sfida lanciata dall’ex premier durante la trasmissione Porta a Porta, dopo la richiesta inascoltata di riferire in Aula sull’Ucraina prima dell’incontro con Biden negli Usa. – Secondo me, dopo due mesi e mezzo, un Governo di unità nazionale che affronta una emergenza bellica ha il dovere di continuare a interloquire con il Parlamento. Un indirizzo politico ci serve, dobbiamo chiarircelo. Questo conflitto bellico ci sfida, ci sono varie questioni che vanno chiarite e risolte. Sicuramente un confronto parlamentare può aiutarci a risolverle. Non mi permetterei di dare stilettate al premier. Il M5S non vuole far cadere il Governo ma vuole che il contributo del partito di maggioranza relativa sia ascoltato e rispettato» – aggiunge, scongiurando il rischio di una crisi.

«Oggi – riflette ancora – mi sembra che un po’ tutti in Italia iniziamo a ragionare sulla possibilità che gli interessi strategici dell’Unione europea non siano perfettamente sovrapponibili a quelli Usa. Mi sembra che sulla guerra nel Pd ci sia un inizio di riflessione. Sulla guerra sono stato descritto come isolato, ma non mi sono sentito isolato. Se la maggioranza degli italiani pensa che questa guerra sia una follia, non mi sento isolato. Se la Lega o altre forze si uniscono a questo cammino lo auspico fortemente» – aggiunge, strizzando l’occhio al Carroccio, impensabile alleato.

Sulle sue dichiarazioni interviene il leader di Italia Viva, Matteo Renzi: «la gente risponde no alla domanda, vuole le armi? E siccome lo dicono i sondaggi, bisogna dire di no alle armi. Chi lo dice? Quel presidente del Consiglio, Conte, che ha aumentato le spese per le armi più di altri. Non c’è la memoria, ma solo il potere dell’istante».

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI