L’ottavo disco del poliedrico artista si ispira alla fantascienza per raccontare di un’Arca concepita per salvare milioni di esseri umani da un futuro cataclisma

Il 14 aprile arriva ARCA, il nuovo album di Ottodix, progetto del cantautore e musicista Alessandro Zannier.

Dopo l’esperienza con il concept Entanglement, il poliedrico artista contemporaneo ritorna con un disco -l’ottavo – ancora più complesso e stratificato basato sulla sindrome dell’Apocalisse imminente.

Ci troviamo su un’immaginaria Arca spaziale generazionale (come quella di Noè), ispirata alla forma di una tartaruga, creata per salvare milioni di essere umani da un futuro (o quanto mai imminente?) cataclisma ambientale planetario irreversibile paragonabile al Diluvio Universale biblico, e causato dalla perpetua leggerezza collettiva.

Il worldbuilding si rifà all’archetipo della megalopoli fantascientifica: un’enorme città racchiusa in una sfera guscio alla quale è collegato un anello su cui si sviluppano altri 6 giganteschi “distretti” dove i coloni nascono (Gemini), crescono nella natura ricreata in cattività (Eco), studiano e tramandano la storia collettiva (Memorandom), imparano la scienza e la tecnologia necessaria per sopravvivere (Techne). Esistano anche luoghi dedicati all’arte e alla filosofia per affrontare il vuoto psicologico, (Musa) ma anche la ricerca di un eso pianeta da colonizzare e su cui sperimentare modi inediti di sopravvivere di sopravvivenza (Utopia), verso un porto sicuro che potremmo non raggiungere mai.

Tra utopia e distopia, tra descrizioni che ricordano la narrazione e la sperimentazione fantascientifica di Ursula K. LeGuin, Octavia E. Butler e Neon Genesis Evangelion, ARCA si presenta come un flusso di brani elettropop e ambient accompagnati dalla voce di una hostess-intelligenza artificiale (prestata da Laura Marini).

Proprio come LeGuin e Butler, Ottodix usa la fantascienza per raccontare il reale, l’attualità, e per trovare nuovi strumenti per reinventare e ricostruire questa realtà e i rapporti non solo tra gli esseri umani ma tra tutti gli esseri viventi.

Negli spettacoli dal vivo, inoltre, sarà possibile, grazie al supporto di ricercatori e del programmatore Alex Piacentini, ascoltare il suono di alcuni di questi esseri viventi, così come avviene per le tracce strumentali dell’album, ottenute tramite la “sonificazione” del DNA della tartaruga Chelonya Midas.

Nel concept album si snoda un tappeto sonoro onirico che sembra quasi materializzarsi grazie a un’ambientazione descritta in modo vivido, dovuta anche al rapporto tra Ottodix e gli architetti di Resilient Communities, che hanno invitato l’artista a esibirsi e ad esporre al Padiglione della 17esima Biennale di Architettura a Venezia nel 2021.

ARCA, pubblicato da VREC, è prodotto dallo stesso Ottodix insieme a Flavio Ferri dei DeltaV, è stato registrato con il pianista Loris Sovernigo al Teatro Marchionneschi in una delle prime residenze artistiche volute da Antonio Aiazzi dei Litfiba a Guardistallo, in provincia di Pisa.

di: Francesca LASI

FOTO: UFFICIO STAMPA SFERA CUBICA