Lo scandalo esplode in un Paese in cui il 60% delle vittime non denuncia le aggressioni sessuali

La sentenza è tutt’altro che scontata e assume una valenza storica in un Paese in cui le denunce di violenze sessuali sono così rare. Tanto più se si parla di esercito: in Giappone infatti tre ex militari sono stati condannati per aver abusato di una collega.

Shutaro Shibuya, Akito Sekine e Yusuke Kimezawa sono stati condannati da un tribunale di Fukushima a due anni di carcere, con la sospensione della pena per quattro anni, per “atti indecenti” commessi su Rina Gonoi.

I fatti risalgono al 2021 e sarebbero accaduti ripetutamente, sin dall’arrivo della vittima nell’esercito con schiaffi sul sedere, baci forzati e palpeggiamenti ricorrenti al seno. All’epoca era stata aperta un’indagine interna, poi chiusa per mancanza di prove. Così la vittima, soldatessa 24enne, dopo aver lasciato l’esercito aveva condiviso la propria testimonianza su YouTube per far riaprire il caso.

«Se si trattasse solo di me, forse mi sarei fermata, ma porto sulle mie spalle le speranze di tanti altri, quindi sento di dover fare del mio meglio» dichiarava Gonoi a France-Presse e parlando di una situazione diffusa.

Sulla scia delle denunce di Gonoi, lo scorso anno in Giappone era stata lanciata un’indagine sulle violenze sessuali nelle forze armate che portò alla luce le dimensioni scandalose del problema. Si parla di almeno 1.325 casi di molestie sessuali insabbiate e mai denunciate (oltre il 60% delle vittime, uomini e donne, non ha sporto denuncia).

di: Marianna MANCINI

FOTO: EPA/KIYOSHI OTA