terremoto turchia

Sospese le ricerche dei sopravvissuti quasi ovunque mentre la terra continua a tremare

La terra continua a tremare ancora e ancora nelle regioni della Turchia già straziata dai due grandi terremoti che il 6 febbraio hanno distrutto 10 province nel Sud-Est. Nella notte italiana, a Gaziantep i sismografi hanno registrato due terremoti di magnitudo 4.5 e 4.3. Poco prima delle 07:00 ora locale, ha tremato la terra a Kahramanmara; e appena qualche minuto dopo, alle 07:07, è stata registrata un’altra scossa di assestamento a Gaziantep, a 4,98 chilometri sotto terra.

Ieri sera alle 22:31 ora locali, era stata registrata una violenta scossa di magnitudo 5.1 nel distretto di Goksun: il terremoto, avvenuto a una profondità di 12 chilometri, era stato avvertito ad Adyaman, Gaziantep e nelle province circostanti.

Il bilancio aggiornato al 20 febbraio è di 40.642 morti in Turchia, cui si aggiungono le oltre 6.500 vittime in Siria.

Legami spezzati

I morti ormai salgono a quota 46 mila, e la speranza di trovare sopravvissuti tra le macerie si fa sempre più tenue. Tanto che ormai a quattordici giorni dal terremoto del 6 febbraio, la Turchia ha deciso oggi di interrompere le ricerche tranne che nelle due province più colpite, Kahramanmaras e Hatay. Lo ha annunciato l’agenzia governativa di soccorso (Afad). Solo in Turchia sono morte 40.689 persone.

Intanto è stata rimpatriata rimpatriata in queste ore la salma di Angelo Zen, l’imprenditore di Martellago morto nel crollo del suo hotel in Turchia. Il feretro è stato trasportato a Romano D’Ezzelino (Vicenza), dove era nato e dove vive la madre, e dove è stato disposto che possano visitarlo solo i parenti stretti.

Non è purtroppo l’unica vittima che viene compianta in queste ore di sempre meno miracoli. Una squadra di pallavolo femminile di Cipro piange infatti 25 giovanissimi atleti, schiacciati dalle macerie delle prime due devastanti scosse del sisma.

I ragazzi avevano dai 12 ai 14 anni, ad accompagnarli in un tour in Turchia c’erano anche 10 adulti.

La Siria abbandonata

Si susseguono intanto incessantemente le scosse di assestamento. Un convoglio umanitario di Medici senza frontiere (Msf), formato da 14 camion, è entrato oggi in Siria dalla vicina Turchia. “Tuttavia – avverte la ong in una nota – è necessario un aumento urgente degli aiuti: nei dieci giorni successivi al terremoto, il numero di camion che hanno attraversato il confine è stato inferiore alla media del 2022″.

Il convoglio di Msf, entrato attraverso il valico di frontiera di Hammam, nel nordovest, trasporta 1.296 tende destinate alle famiglie (di almeno 5 persone) rimaste senza casa a causa del terremoto e altrettanti kit invernali per isolarle dal freddo. Si tratta però, come sostiene anche l’Onu, di una “scialuppa in un mare di necessità”.

“Abbiamo svuotato le nostre scorte di emergenza in tre giorni, donando agli ospedali quasi 12 tonnellate (4.000 metri cubi) di attrezzature chirurgiche e medicinali. Le nostre équipe hanno fornito supporto alle strutture sanitarie della zona fino all’esaurimento delle scorte” dichiara Hakim Khaldi, capomissione di Msf in Siria. “Ma non abbiamo visto alcun aiuto dall’esterno. Gli aiuti stanno arrivando in quantità trascurabili per il momento”.

di: Caterina MAGGI

aggiornamenti: Micaela FERRARO e Marianna MANCINI

FOTO: EPA/ERDEM SAHIN