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Le barriere legali che impediscono in molti Paesi il possedimento o la successione delle terre, espone le donne a povertà, fame e violenza in caso di mancanza di risorse

Il cambiamento climatico incide su tutta la popolazione mondiale ma in particolar modo su donne e bambini. Così si è aperto l’evento speciale all’Assemblea nazionale dell’Onu in occasione della Giornata della desertificazione e della siccità, “celebrata” ieri 17 giugno.

Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione gli effetti di siccità, degrado del territorio e desertificazione sono particolarmente gravi sulla popolazione femminile perché le donne rappresentano circa la metà dei lavoratori agricoli nei Paesi in via di sviluppo e producono il 60-80% del cibo coltivato in queste regioni, possedendo tuttavia meno di un quinto di tutta la terra a livello mondiale. Quando le risorse scarseggiando, quindi, rimangono più esposte a povertàn fame, sfollamento e violenza.

Al base della questione ci sarebbero le barriere legali che in molti luoghi della terra impediscono alle donne di possedere ed ereditare le terre. Barriere che non tengono conto della capacità delle donne di gestire la terra, investire nell’alimentazione, nella salute e dell’istruzione. Il Segretario esecutivo dell’UNCCD Ibrahim Thiaw ha così commentato: «investire nella parità di accesso delle donne alla terra non è solo un atto di giustizia. È un investimento nel nostro futuro, un impegno per la prosperità del nostro pianeta. È un’affermazione del valore che attribuiamo non solo alla terra sotto i nostri piedi, ma anche alle mani che la lavorano».

L’evento a New York ha visto la partecipazione delle premier di Islanda, Katri’n Jakobsdottir, e Namibia, Saara Kuugongelwa-Amadhila, e la vicepresidente del governo spagnolo Teresa Ribero Rodriguez. E ancora la prima presidente donna della Finlandia Tarja Halonen, gli ambasciatori di buona volontà dell’UNCCD e musicisti Baaba Maal, Inna Modja e Ricky Kej, nonché attivisti indigeni e giovani provenienti da tutto il mondo.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/EPA/WU HAO