LATTE

La FDA ha presentato una bozza di regolamento federale sulla questione, tra i tira e molla dei produttori di latte vaccino e i sostenitori delle alternative di origine vegetale

Il dibattito sulla denominazione “latte” per le bevande a base vegetale “infiamma” gli Stati Uniti. Mentre nell’Unione Europea e in Italia il nome è riservato esclusivamente al latte di origine animale, infatti, negli States non esiste uno standard federale che invece la Food and Drug Administration (FDA) vorrebbe varare.

L’agenzia governativa per la regolamentazione di farmaci e alimenti ha pubblicato lo scorso mercoledì 22 febbraio una proposta per ammettere la possibilità di sdoganare la parola “latte” anche per le alternative vegetali di soia, riso, mandorla, cocco e chi più ne ha più ne metta.

I produttori di latte vaccino si sono sempre ribellati a questa possibilità perché, dicono, la denominazione farebbe illecitamente concorrenza al loro prodotto senza tuttavia presentarne le caratteristiche. Al contrario, la FDA sostiene che questa concorrenza non esisterebbe perché i consumatori conoscono bene le differenze tra i prodotti a base vegetale e il latte vaccino. L’agenzia inoltre propone di indicare chiaramente sull’etichetta quale sia l’origine della bevanda, quindi specificando “latte di soia”, “latte di riso”, ecc.

La bozza, inoltre, sottolinea che verrebbero indicate tutte le informazioni specifiche sui valori nutrizionali – ad esempio calcio, magnesio e vitamina D – per permettere al consumatore di sapere quando le bevande vegetali hanno valori inferiori o superiori rispetto al latte vaccino. Una possibilità che i produttori avrebbero accolto con favore, al contrario del Good Food Institute che invece sostiene i prodotti a base vegetale.

Per sapere chi l’avrà vinta non resta che aspettare il prossimo 23 aprile quando la FDA chiuderà i commenti alla nuova proposta di regolamento e deciderà se approvarlo o no.

di: Alessia MALCAUS

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