Materassi e cuscini, illuminazione, yoga, pilates, meditazione, trattamenti Spa, consulti con esperti: la proposta degli sleep retreat a chi insegue il sonno
C’è chi sogna di andare in vacanza e chi va in vacanza per sognare. O, almeno, per dormire. È questa la nuova frontiera in tema travel (di lusso, si intende) e benessere: gli “sleep retreat”, letteralmente “ritiri del sonno”, più precisamente strutture con programmi specifici per il riposo. La definizione non è univoca e indica un ampissimo ventaglio di servizi proposti da hotel, alberghi, resort e simili, rimedi più o meno scientificamente verificati per migliorare il riposo. Si va da camere studiate per favorire la migliore delle dormite a pratiche fisiche e mentali considerate buone alleate del sonno, programmi costruiti nel dettaglio che spesso vedono la firma o la partecipazione di sanitari, esperti e guru di fama mondiale.
La moda degli sleep retreat, come moltissime altre mode, sembra rispondere sì al costante bisogno di nuovi trend ma anche a un bisogno reale. Secondo le statistiche dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AISM), infatti, circa 12 milioni di italiani soffrono di disturbi del sonno, di cui il 60% sono donne, mentre il 30% degli italiani riferisce di dormire meno di 6 ore per notte (contro le 7-8 consigliate dagli esperti per mantenersi in un buono stato di salute psico-fisica). Non va meglio fuori dai confini del nostro Paese: l’insonnia è uno dei disturbi cronici ormai più diffusi nei Paesi industrializzati, colpirebbe fino al 50% della popolazione adulta mondiale in forma sintomatica e il 25% e il 15% in forma clinica e cronica. La mancanza di sonno, soprattutto nel lungo termine, può comportare gravi conseguenze sulla salute mentale, aumentando il rischio di disturbi psicologici come l’ansia e la depressione, e può influire negativamente sul sistema immunitario, sul sistema cardiovascolare e sul sistema nervoso. Molteplici le sue conseguenze così come sono molteplici i fattori che la determinano: spesso l’insonnia può essere associata ad un’altra condizione medica, come ad esempio un disturbo cardiaco, o essere concomitante con disturbi d’ansia e disturbi dell’umore (anzi, spesso anticipa la manifestazione di un disturbo psichiatrico); può essere il frutto di cattive abitudini, come l’abuso di sostanze o farmaci, o l’esposizione prolungata a dispositivi elettronici, e in generale di altri fattori stressogeni. A pagarne le spese non è solo il singolo, ma tutta la società. Definita una vera e propria piaga sociale, la diffusione dei disturbi del sonno ha un forte impatto socioeconomico e incide sul grado di qualità della vita di una popolazione, nonché sulla sua produttività e sulla sua sicurezza.
Si tratta di un tema, dunque, che richiederebbe l’intervento delle istituzioni ma che, nel frattempo, trova ampia risposta nel più pronto settore alberghiero e nel nascente turismo del sonno. Nel programmare una vacanza, infatti, c’è chi decide di rivolgersi agli sleep retreat (propriamente detti, quindi strutture specializzate, o che offrono programmi specifici) per, finalmente, riposarsi, o in alcuni casi indagare le cause della mancanza di riposo. Come anticipato l’offerta è ampia, tanto quanto il ventaglio di fattori che incide sul sonno. Uno dei primi aspetti che si indaga è quello ambientale: materasso, cuscino, inquinamento acustico o luminoso, ad esempio, possono influenzare il riposo. A Coimbra, in Portogallo, esiste un Boutique Hotel appartenente a un’azienda che da 6 generazioni produce, neanche a dirlo, materassi: i protagonisti delle camere dell’Hästens Sleep Spa sono materassi king-size prodotti interamente a mano e in soli materiali naturali a cui abbinare il proprio cuscino ideale scelto da un “pillow menu”. Sulla stessa linea si muovono altre strutture ricettive che offrono ai propri ospiti camere e ambienti studiati nei minimi dettagli per favorire il rilassamento e il riposo: materassi e cuscini di alta qualità, sì, ma anche disposizione dei mobili, illuminazione, quiete, location immerse nella natura, musica d’ambiente, profumi, sale relax, menù.
A volte, programmi specifici per il sonno possono essere seguiti anche in strutture che si trovano in luoghi associati a tutt’altro: ne sono un esempio il Six Senses Ibiza e il suo Sleep Doctor. Il pacchetto include il monitoraggio e l’analisi del sonno e una serie di attività considerate di beneficio per il riposo come lo yoga, il pilates, la meditazione, il pranayama (tecniche di respirazione yoga), la crioterapia. Non è l’unico a iniziare il percorso con un’analisi o un esame del sonno, anzi, questo primo step accomuna molti programmi simili. Ad esempio il Beau Rivage di Ginevra mette a disposizione dei suoi clienti lo Sleep Checkup, una polisonnografia per la diagnosi dei disturbi del sonno e un consulto finale con uno specialista; il Canyon Ranch Tucson nel deserto di Sonora, in Arizona, organizza tra le sue esperienze immersive il Mastering Great Sleep, programma curato dal direttore dello Sleep and Health Research Program alla University of Arizona Michael Grandner, il cui primo passo è proprio uno screening profondo e dettagliato del sonno e degli stati di veglia/sonno; al Grand Wailea a Maui, Hawaii, la professoressa della Harvard Medical School e scienziata al Brigham and Women’s Hospital Rebecca Robbins offre corsi di scienza del sonno, in un programma che include il monitoraggio del sonno e attività come lo yoga.
Non mancano, poi, i programmi che strizzano l’occhio alle pratiche esotiche, esperienze che tutti vorremmo provare una volta nella vita. Nel cuore di Londra, precisamente nel quartiere di Fitzrovia, ne è un esempio lo Spiritual Wellbeing Concierge del The Mandrake, “per la nostra tribù spirituale”: yoga e pilates, sì, ma anche sessioni di guarigione, bagni di suoni cristallini e bagni di gong. Sempre a Londra si potrebbe scegliere il Mandarin Oriental Hyde Park e il suo Sleep Concierge, servizio della ipnoterapeuta Malminder Gill.
L’offerta si completa poi con programmi Spa che facilitano il rilassamento e, di conseguenza, il sonno. Il Four Seasons Maldives di Kuda Huraa, nell’arcipelago dell’Oceano Indiano, propone ad esempio la Night Spa: esfoliazione, impacchi, bagni, massaggi e trattamenti viso per entrare “in sintonia con il battito cardiaco, l’oceano e la vostra intima quiete”. Altre buone abitudini serali sono invece proposte dal Nocturno Sleep Rituals del Revivo Bali, in Indonesia, come meditazione, mandala colouring, journaling, il tutto sotto l’illuminazione delle lampade Breath Lux Light, progettate da Lena Saleh, che si adattano al momento della giornata favorendo una migliore routine del sonno.
Molti dei programmi descritti, si sarà notato, includono pratiche i cui effetti potrebbero essere solo temporanei. Per questo, nel commentare il fenomeno degli sleep retreat, molti esperti consigliano di informarsi su chi siano i destinatari dei programmi e di diffidare di pratiche che a volte possono risultare “estreme”, includere l’assunzione di integratori o avere scarse evidenze scientifiche, e in caso di disturbi cronici e prolungati di rivolgersi a uno specialista. A chi dorme male a causa dello stress della vita quotidiana, invece, non resta che programmare una fuga dalla routine, magari una vacanza… da sogno.
FOTO: SHUTTERSTOCK