di Dante Caserta

60 minuti per spegnere le luci e agire concretamente a favore del Pianeta: un’iniziativa partita da Sydney nel 2007 che oggi coinvolge 200 Paesi

Earth Hour, Hora del Planeta, Heure de la Terre, “Ora della Terra”: tante lingue per un grande evento internazionale nato con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sull’urgenza di contrastare il cambiamento climatico attraverso un gesto semplice come spegnere le luci artificiali per un’ora in un giorno stabilito.

L’iniziativa è partita da Sydney, promossa dal WWF Australia e dal giornale Sydney Morning Herald, e la prima edizione si svolse il 31 marzo 2007. Fu un grande successo che coinvolse oltre due milioni di persone: fu calcolato che durante l’ora dello spegnimento i consumi energetici della città diminuirono di circa il 10%. Da allora è stato un crescendo. Diventato un evento del WWF Internazionale, nel corso degli anni è stato replicato in centinaia di Paesi e oggi rappresenta un appuntamento annuale a livello mondiale: dalle 20.30 alle 21.30, ore locali, di un sabato di fine marzo, prima decine e poi centinaia di milioni di persone hanno aderito a quella che viene giustamente considerata come la più grande mobilitazione ambientale a livello planetario.

Nel 2008 le persone coinvolte furono già 50 milioni di 35 diversi Paesi, inaugurando la tradizione dello spegnimento delle luci dei più importanti monumenti al mondo: dal Colosseo a Roma al Golden Gate Bridge di San Francisco, dal Partenone di Atene alla Torre Eiffel di Parigi, dalla statua del Cristo Redentore a Rio de Janerio al Ponte sul Bosforo a Istanbul e centinaia di altri luoghi simbolo. L’evento non si è fermato neppure negli anni della pandemia, continuando a crescere sempre più, coinvolgendo anche il mondo dei social network e raggiungendo quasi 200 Paesi al mondo.

Grazie al momento delle “luci spente”, l’Ora della Terra è stata così conosciuta da tantissime persone, tutte unite dal gesto simbolico di spegnere le luci per un’ora, testimoniando il proprio impegno a far crescere la consapevolezza sulle problematiche ambientali che riguardano la nostra vita.

Con gli anni il tema della mobilitazione ha aggiunto al contrasto al cambiamento climatico, il contrasto alla perdita di biodiversità: due facce della stessa medaglia della grave crisi ambientale che stiamo vivendo.

Il tempo a disposizione per garantire a noi e alle future generazioni un mondo con un clima stabile e un ambiente integro, in cui tutti possano vivere in salute e prosperità, si sta rapidamente esaurendo. A meno che non si riesca a cambiare le cose, siamo a un passo dal superare stabilmente il limite di aumento della temperatura di 1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi, mentre le attività umane stanno distruggendo la natura con tempi molto più rapidi di quelli necessari a ricostituirla, mettendoci nelle condizioni di dover affrontare nel giro di pochi anni un pericolo grave e senza precedenti. La pandemia di COVID-19 è stata un segnale di avvertimento su come la perdita di natura stia destabilizzando la società, ma rischiamo di dover rinunciare ad ancora di più se continueremo a distruggere la biodiversità con i ritmi attuali: non è tanto a rischio il Pianeta, che con i suoi tempi geologici avrà sicuramente modo di riprendersi, ma la nostra esistenza in un ambiente vivibile e con accesso a beni di prima necessità come cibo sano e acqua pulita.

I prossimi anni saranno decisivi per il nostro futuro: dobbiamo rimanere al di sotto della soglia climatica di 1,5 °C e bloccare e invertire la perdita di natura entro il 2030, chiudendo il decennio con più natura di quella con cui lo abbiamo iniziato. Per far sì che ciò accada, singoli individui, comunità, imprese e istituzioni, dal più piccolo Comune al Governo nazionale, devono intensificare subito i loro sforzi per proteggere e ripristinare la nostra unica “casa comune”.

Earth Hour vuole quindi essere una “sveglia” globale per ricordarci quanto sia importante proteggere la nostra vita sul Pianeta e quanto poco tempo abbiamo per farlo. Ora più che mai, abbiamo bisogno che il nostro mondo, sempre più diviso, si unisca per intraprendere azioni urgenti che abbiamo colpevolmente rinviato per troppo tempo.

E se è evidente che le maggiori responsabilità sono in capo ai Governi nazionali che devono passare dalle parole ai fatti, è anche vero che abbiamo bisogno del coinvolgimento di tutti: dobbiamo fare la nostra parte, non importa quanto piccola.

Con questo obiettivo, Earth Hour ha avuto una evoluzione. Dal 2023 il WWF ha affiancato agli ormai tradizionali spegnimenti un nuovo impegno: rendere l’Ora della Terra anche un appuntamento nel quale dedicare un’ora del nostro tempo a fare qualcosa di positivo per il Pianeta. 60 minuti durante i quali, nelle nostre società sempre più polarizzate, si possa ritrovare un prezioso momento di unità.

Nel 2024, oltre 410.000 ore sono state “donate” al nostro Pianeta da tantissimi sostenitori in ben 190 Paesi, rappresentativi del 90% del territorio mondiale, rendendo così Earth Hour l’ora più importante per la Terra: momenti di educazione ambientale, pulizia di spiagge e luoghi naturali, escursioni e attività di volontariato in parchi e riserve, biciclettate, letture e cene a lume di candela… sono infinite le iniziative che si sono svolte nel 2024 per fare in modo che l’Ora della Terra sia un’Ora per la Terra.

E quest’anno si vuole fare ancora di più. L’appuntamento è fissato per sabato 22 marzo, dalle 20.30 alle 21.30 per gli spegnimenti, ma in tutta la giornata per “regalare un’ora per la Terra”.

Il nostro è sempre stato uno dei Paesi che ha risposto maggiormente alla chiamata all’azione di Earth Hour e anche nel 2025 il programma di iniziative sarà particolarmente ricco (le adesioni e gli eventi sono su www.wwf.it): centinaia sono i Comuni che spegneranno le luci di strade, piazze e monumenti, mentre, grazie alla presenza dei volontari nelle strutture locali, nelle Oasi e nei centri di educazione ambientale del WWF sparsi in tutta la Penisola, riusciremo, tutti insieme, a testimoniare il grande impegno di chi vuole conservare l’ambiente e la natura.  

Dante Caserta, Responsabile degli Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia ETS. Tutte le foto per gentile concessione

Dante Caserta

È Responsabile degli Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia ETS, di cui in passato è stato anche presidente e vicepresidente. Il WWF Italia fa parte del Network del WWF Internazionale, un’organizzazione ambientalista indipendente, con cinque milioni di sostenitori nel mondo e una rete globale presente in oltre 100 Paesi. La missione del WWF è fermare il degrado dell’ambiente e costruire un futuro in cui le persone possano vivere in armonia con la natura, conservando la diversità biologica, garantendo un uso sostenibile delle risorse naturali rinnovabili e promuovendo la riduzione dell’inquinamento e dei consumi superflui.

Tutte le foto per gentile concessione