Il ministro Pichetto Fratin ha annunciato l’adesione all’iniziativa europea per recuperare l’energia nucleare. Torna a interessarsi anche la Germania
L’Italia è entrata a far parte dell’Alleanza europea per il nucleare. L’annuncio è stato dato in occasione dell’ultimo incontro del gruppo, a margine del Consiglio Energia a Lussemburgo. L’Italia ha ufficialmente aderito all’alleanza europea sul nucleare. La decisione è stata presa dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

Pichetto, annunciando l’accordo, ha precisato che la decisione segue l’obiettivo del Governo di un “disegno di legge per il ritorno alla produzione di energia nucleare, così come previsto dal Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC)“.
Il ministro ha poi ribadito le linee guida del progetto italiano per il recupero del nucleare, che ambisce ad “una rivalutazione pragmatica del ruolo dell’energia nucleare come fonte decarbonizzata, sicura, affidabile e programmabile“.
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Che cos’è l’Alleanza europea per il nucleare?
All’alleanza europea per il nucleare aderiscono 12 Paesi, cui si è aggiunta l’Italia: Belgio, Bulgaria, Francia, Paesi Bassi, Repubblica ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Ungheria. In questa occasione, fa un passo avanti anche la Germania che si unisce al progetto in qualità di osservatore (posizione tenuta anche da Roma per due anni, prima di aderire): una scelta ancora più peculiare se pensiamo che solo due anni fa Berlino ha chiuso l’ultima centrale nucleare del Paese. Il gruppo nasce dalla “urgente necessità di diversificare il nostro portafoglio energetico e ridurre le nostre dipendenze strategiche“.

Per i Paesi membri dell’Alleanza dunque l’energia nucleare rappresenta un “mezzo economicamente competitivo” per supplire alla domanda di energia (in continua crescita) ricorrendo a una fonte priva di combustibili fossili e con bassa impronta di carbonio. Gli investimenti nel nucleare quindi andrebbero nella stessa direzione della transizione ecologica, anzi accelerando il processo di abbandono delle fonti fossili.
Il consorzio è stato fondato nel 2023 per iniziativa della Francia, non a caso. Parigi produce infatti il 48% del totale di energia elettrica derivata da nucleare dell’Unione Europea. L’energia nucleare, fornita da 100 reattori in tutto il Vecchio Continente, rappresenta il 22% della produzione totale di elettricità in UE.
PINC, il Programma europeo per il nucleare e l’Italia
A spiegare l’ambizioso programma europeo per riportare il nucleare tra le fonti di approvvigionamento è stato il commissario UE all’Energia Dan Jørgensen, secondo cui “per realizzare davvero la transizione energetica pulita, servono tutte le soluzioni a zero o basse emissioni” e di conseguenza “il nucleare ha un ruolo da giocare nella costruzione di un sistema più resiliente e sostenibile”. A questo scopo l’UE ha rilanciato un piano di investimenti per 241 miliardi, da spendere per innovare e in alcuni casi ricostruire il settore entro il 2050. L’obiettivo di Bruxelles? Aumentare la capacità nucleare installata in Ue da 98 a 109 GW.

Non stupisce quindi che i Paesi europei si stiano pian piano avviando verso l’obiettivo. L’Italia, in passato non proprio favorevole al passaggio al nucleare, vorrebbe ora investire nel settore. A marzo il Governo ha presentato un disegno di legge che riporta in auge la produzione di energia nucleare.
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