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A Ballymena da giorni va in scena una guerrilla urbana tra riottosi e forze dell’ordine. Le proteste esplose dopo un tentato stupro

Sulle porte delle case di Ballymena, una provincia di appena 30mila abitanti nell’Irlanda del Nord, a quasi 50 km da Belfast, sono cominciate ad apparire bandiere. Straniere, ma anche e soprattutto britanniche. Non è il patriottismo, ma la paura del pogrom che, da giorni e notti, imperversa per le strade. Cosa sta succedendo in Irlanda del Nord?

Sabato 7 settembre la comunità locale è stata scossa dalla notizia di un tentato stupro ad una ragazzina. I concittadini della giovane presunta vittima hanno organizzato una veglia pacifica per la serata di lunedì che però, con l’evolversi delle indagini e la diffusione di informazioni, si è trasformata in una vera e propria caccia alle streghe. Due 14enni sono infatti stati fermati (negano le accuse) e interrogati in Tribunale. Dopo poche ore si diffonde la notizia che i due avessero richiesto un interprete romeno, erano due immigrati.

La vicepresidente del Sinn Fein, prima ministra dell’Irlanda del Nord Michelle O’Neill (EPA/STEPHANIE LECOCQ)

Ballymena, scene da guerra urbana

La voce si diffonde rapida e gruppi di persone mascherate si staccano dalla veglia per allestire una vera e propria guerrilla urbana. Una vera e propria furia cittadina ha eretto muretti, incendiato cassonetti, gomme, autobus, veicoli, persino abitazioni. Proprio contro le case di immigrati si sono scatenati per ore. Solo nella prima notte, sei persone sono state arrestate e 32 agenti di polizia sono rimasti feriti.

La seconda sera gli scontri, ormai una guerra aperta tra riottosi e forze di polizia, proseguono. La polizia antisommossa ha risposto ai lanci di petardi, mazze e bottiglie molotov con idranti. Particolarmente presa di mira la comunità romena; le abitazioni individuate sono state accerchiate, le porte prese a calci, le famiglie assediate, ma non solo. Reuters riporta della fuga di due famiglie filippine costrette a scappare dopo che i manifestanti avevano dato fuoco alla loro auto.

Si sono registrati disordini anche nella vicina cittadina di Larne (cerca video) dove i riotttosi hanno dato fuoco a un centro sportivo in cui avevano trovato rifugio alcune famiglie di immigrati fuggite dalle loro abitazioni.

I commenti

La prima ministra irlandese Michelle O’Neill ha parlato di “puro razzismo, non c’è altro modo di mascherarlo”. Anche la Polizia ha dichiarato che “tutti gli incidenti sono da considerarsi crimini di odio mossi dal razzismo”, condannando “terribili attacchi contro i nostri amici e vicini di minoranze etniche”.

Molti commentatori hanno evidenziato come queste rivolte, ben organizzate e non espressione autonoma di una piccola comunità locale, richiamino le immagini delle proteste esplose lo scorso anno in Inghilterra. Anche in quel caso, la guerra urbana era scoppiata in seguito al pluriomicidio di Southport, nel quale un Axel Rudakubana, 17enne britannico nato da genitori ruandesi, ha fatto irruzione in un centro di danza uccidendo tre bambine a coltellate e ferendone 8.

CREDITI DELLA FOTO DI COPERTINA: Jill Connelly/ZUMA Press Wire

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