Papa Francesco vuole incontrare Putin. BoJo oggi parla al Parlamento di Kiev

Oggi, a mezzogiorno, Emmanuel Macron sentirà telefonicamente il presidente russo Vladimir Putim. Lo riferisce l’Eliseo.

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, punta il dito contro il premier italiano Mario Draghi per le affermazione fatte sulle dichiarazioni di Lavrov. «L’iniziativa di condurre l’intervista non è venuta dal ministero degli Esteri russo, ma da giornalisti italiani – scrive su Telegram. – Draghi ha criticato il programma della tv italiana, in cui è intervenuto per 40 minuti il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Il programma è stato pubblicizzato come un’intervista, ma in realtà è stato un comizio, ha detto Draghi. Voglio che i cittadini italiani sappiano la verità perché i politici italiani stanno prendendo in giro il loro pubblico».

Non è mancata, inoltre, la risposta anche al commento del ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid quando ha detto che le affermazioni di Lavrov sono “sia imperdonabili ed oltraggiose, sia un terribile errore storico“. «Abbiamo prestato attenzione alle dichiarazioni antistoriche del capo del ministero degli Esteri israeliano Yair Lapid, che spiegano ampiamente il corso dell’attuale Governo israeliano a sostegno del regime neonazista a Kiev» – si legge sul profilo Twitter del ministero di Mosca.

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, si unisce alla condanna delle dichiarazioni antisemite fatte dal ministro russo Lavrov. «Il mondo deve opporsi a questa retorica vile e pericolosa e sostenere i nostri partner ucraini di fronte al feroce assalto del Cremlino» – scrive su Twitter.

Papa Francesco ribadisce la sua preoccupazione per la situazione in Ucraina e spiega in un’intervista che a Kiev per il momento non ha in programma di andare ma che vorrebbe invece andare a Mosca, per incontrare Vladimir Putin. «A Kiev ho inviato il cardinale Michael Czerny, e il cardinale Konrad Krajewski, che si è recato lì per la quarta volta. Ma io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta» – ha spiegato.

Fa seguito l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, che scrive su Twitter: «un messaggio significativo del Santo Padre espresso al Corriere: Papa Francesco chiede un incontro diretto con il presidente russo per cercare di fermare la guerra, ma Putin è sordo non solo a questa nobile richiesta del Papa ma anche alla voce della sua stessa coscienza. Mi dispiace, ho citato qualcosa che non esiste».

Il presidente Zelensky ha dichiarato intanto che l’Ucraina non sta conducendo operazioni militari sul territorio russo: «sono in corso solo all’interno dei confini dell’Ucraina e non si sono estese alla Russia, l’esercito ucraino non conduce operazioni militari sul territorio russo». Kiev, inoltre, denuncia l’Ungheria dichiarando che fu “informata in anticipo dell’invasione russa“.

A Zelensky risponde il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, Dmitri Medvedev: «Zelensky non ha bisogno di alcun accordo di pace. Per lui, la pace è la sua fine – scrive su Telegram, citato dalla Tass. – Continuerà a mendicare all’Occidente armi e denaro esprimendo preoccupazione per gli ucraini».

Aria di tensione tira anche tra Kiev e Berlino. A parlare è l’ambasciatore ucraino in Germania, Andrij Mlanyk, dopo il disinvito del presidente Frank-Walter Steinmeier da parte di Zelensky e le affermazione del premier Olaf Scholz alla Zdf in cui ha ribadito di non avere in programma una visita nella capitale. «Fare l’offeso non suona molto da statista. Qui si tratta della guerra più brutale che vi sia stata dal tempo dell’attacco dei nazisti all’Ucraina, non è un asilo infantile» – ha risposto il diplomatico.

Oggi il premier britannico Boris Johnson interverrà in videocollegamento al Parlamento di Kiev. Stando alle anticipazioni, BoJo parlerà della resistenza ucraina, paragonando l’attuale conflitto alla Seconda Guerra Mondiale, quando il popolo britannico dimostrò “una tale unità e determinazione che ricordiamo il momento di massimo pericolo come la nostra ora migliore“, citando il celebre discorso di Winston Churchill alla Camera dei Comuni.

«Ciò che il Regno Unito sta facendo – ha aggiunto l’inquilino del numero 10 di Downing Street in un’intervista al programma Good Morning Britain su Itv, – è guidare il mondo nell’aiutare gli ucraini a difendersi dall’aggressione barbarica e insensata di Vladimir Putin. È molto importante che le persone capiscano i limiti di ciò che stiamo dicendo. Non lo stiamo facendo per qualche cambiamento geopolitico o per avere un risultato a Mosca. Il Regno Unito è indifferente a tutto questo. Ciò a cui teniamo è il popolo ucraino e la sua sofferenza. Quello che abbiamo fatto è stato iniziare molto presto, prima di qualsiasi altro Paese europeo, a inviare loro le armi di cui potevano aver bisogno, in particolare contro i carri armati, poi ovviamente molti altri tipi di armi».

In occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa, l’Unesco vieta alla Russia la partecipazione alla tradizionale conferenza. «La giornata mondiale della libertà di stampa si celebra ogni anno il 3 maggio, in questa occasione l’Unesco convoca tradizionalmente una conferenza tematica, sfortunatamente non è stato permesso quest’anno alla Russia di partecipare all’evento – si legge in un comunicato del ministero della Difesa russo. – L’Unesco ha seguito l’esempio di un gruppo noto di Paesi che promuovono una politica tesa a cancellare la Russia in ambito internazionale. Come risultato la conferenza non avrà nulla a che vedere con la libertà di espressione ed i valori come il pluralismo delle opinioni».

di: Micaela FERRARO

FOTO: ANSA/EPA/CAROLINE BLUMBERG / POOL