L’editoriale della direttrice per l’ultimo numero de Il Mondo, che sancisce la fine di un percorso: grazie per averci seguiti fino a qui

C’è un momento in ogni viaggio in cui si capisce di essere arrivati. È una sensazione silenziosa, un piccolo assestamento, la consapevolezza che quel frammento di vita si è contratto e siamo chiamati a chiudere un cerchio. 

Questo numero de Il Mondo è l’ultimo. Lo scrivo con un nodo in gola e con il cuore pieno, perché chiudere una rivista è come salutare una casa in cui si è vissuto bene. Le pareti conoscono la tua voce, i corridoi custodiscono le tue risate, le notti insonni, i dubbi, anche le lacrime. Il “fine” che pronunciamo oggi non nega nulla, anzi, riconosce tutto: la bellezza, la fatica, la gioia, l’impegno, la crescita personale. È stato un viaggio bellissimo: Il Mondo ci ha dato uno spazio in cui esprimerci, confrontarci, sbagliare, ascoltare. Brillare. È stato un laboratorio vivo e umano fatto di carta e sogni, parole e imperfezioni. Forse il senso della fine è accettare che ogni cosa viva un ciclo e che saper lasciare andare è un atto di rispetto verso ciò che è stato e verso ciò che sarà. Le sfide che ci attendono sono tante, diverse, tutte da scoprire. Mi porto dentro una leggerezza limpida, quella di chi sa che lo spazio lasciato libero può diventare terreno fertile per nuove visioni e che c’è una bellezza silenziosa nel dire “grazie, è stato meraviglioso”. 

Mi prendo quel che rimane di questo spazio per rendere merito a tutto ciò che abbiamo costruito perché è chiaro che niente sarebbe stato possibile senza chi ha camminato insieme a me. Voglio dire grazie a Flavia Dell’Ertole e Marianna Mancini, cuore pulsante di questa redazione, compagne di avventura, caos e bellezza. Grazie per le idee condivise, le scelte coraggiose, la cura dei dettagli, le risate nervose, i confronti sinceri. È stato un privilegio e un onore scrivere con voi. Grazie alla nostra generosa e formidabile Manuela Alfieri artefice di tanta bellezza: nessun’altro avrebbe saputo dare un vestito così splendente alle nostre parole. 

Grazie a chi è arrivato dopo, grazie a chi se ne è andato, grazie a chi è rimasto fino a oggi. 

Ogni fine porta con sé un nuovo inizio, anche se ancora non lo vediamo. 

È un respiro profondo prima del prossimo passo. 
È pelle che si stacca, soglia che si apre, luce nuova che filtra. 
E nel silenzio che segue, io ascolto. 

Perché lo sento che qualcosa, piano piano, sta già cominciando.