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Da Gaza si susseguono bollettini di stragi di profughi uccisi dall’IDF mentre sono in fila per il cibo, sempre più scarso. Meloni “Netanyahu ha promesso di aumentare aiuti”

È stato lo stesso IDF a spiegare che il conflitto con l’Iran è la priorità, mentre Gaza è ormai un fronte “secondario” per l’esercito israeliano. Questo, però, non significa che l’offensiva contro la striscia si sia placata; piuttosto, il dramma della popolazione palestinese in trappola perde di urgenza nel dibattito pubblico.

Profughi palestinesi trasportano sacchi di farina a Jabalia (Ramez Habboub/ABACAPRESS.COM)

Così mentre impazza lo scontro aereo contro l’Iran, Israele non ferma i bombardamenti. Nella mattina del 18 giugno airstrike hanno colpito a est di Gaza City e a Jabalia, a nord della Striscia. Secondo Wafa, l’agenzia di stampa palestinese, le vittime sono state 34, molte delle quali si trovavano in fila per ricevere aiuti umanitari.

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Secondo fonti mediche impegnate sul posto, il giorno precedente almeno 59 palestinesi erano morti (e 200 feriti) vicino a un altro centro di distribuzione del cibo a Khan Yunis, sempre sotto i colpi dell’esercito israeliano. Testimoni raccontano di carri armati che sparano colpi sulla folla radunata per strada, in attesa dei camion con gli aiuti.

Sfollati palestinesi fanno la coda per il cibo in un campo profughi (Belal Abu Amer/APA Images via ZUMA Press Wire)

Si stima che da maggio i palestinesi morti mentre si trovavano in fila o assembrati vicino ai convogli di aiuti umanitari siano almeno 400.

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Dal G7 speranze di tregua

Secondo alcuni, tra cui Giorgia Meloni, l’escalation in Iran aprirebbe uno spiraglio per una tregua a Gaza. Questo, perlomeno, il fronte diplomatico che si è aperto al G7 in Canada su proposta italiana. L’obiettivo primario sarebbe quello di “allentare la pressione” sulla Striscia, così avrebbe detto la premier al telefono a Netanyahu che avrebbe anche “promesso di aumentare gli aiuti a Gaza“.

CREDITI DELLA FOTO DI COPERTINA: Ramez Habboub/ABACAPRESS.COM